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Jolly Nero: la tragedia e i dubbi

MILANO – A seguito della tragedia del porto di Genova, Assologistica ha espresso, unitamente al profondo cordoglio, forti preoccupazioni.
[hidepost]“Se in Europa le infrastrutture portuali crescono al crescere delle dimensioni delle navi che vi transitano, in Italia si resta statici ed i nostri porti rischiano di diventare sempre più piccoli, e quindi pericolosi, al crescere delle stazze che li scalano” sottolinea il presidente di Assologistica Carlo Mearelli.
“Questa tragedia dimostra anche che, sebbene le manovre in entrata e in uscita delle navi dalle nostre banchine possano essere assistite correttamente dai servizi dedicati a questo, l’imprevisto che può tramutarsi in dramma è sempre dietro l’angolo. Diventa, quindi, doveroso interrogarsi sul perché sia stata eretta sul mare, a breve distanza dalla poppa delle navi in manovra, la costruzione che ospitava piloti e Capitaneria, in totale assenza di sicurezza” conclude il presidente di Assologistica.
Assologistica chiede al ministro Lupi che a questo tragico accadimento faccia seguire provvedimenti che affrontino lo sviluppo del nostro sistema portuale in termini di effettiva agibilità dei porti e di sostanziale adeguamento infrastrutturale.

* * *

Da parte sua il Gruppo Messina ha emesso la seguente nota.
“Quella di tacere non è una strategia, è una scelta precisa e condivisa da tutto il nostro Gruppo e dalla nostra famiglia: oggi le nostre volontà e i nostri sentimenti convergono sul ricordo delle vittime e sui familiari ai quali ribadiamo i sensi della nostra totale e sincera vicinanza.
“Quale parte coinvolta nel tragico incidente, sarebbe irrispettoso anche nei confronti del lavoro delle Autorità inquirenti che stanno svolgendo le inchieste su quanto avvenuto entrare nel vivo del dibattito pubblico.
“E’ per questo che abbiamo deciso di non aderire, per il momento, alle tante richieste di interviste e contatti che ci sono state rivolte dai media.
“Tuttavia, avendo letto e sentito gravi inesattezze e illazioni nei confronti della nostra società, avvertiamo la necessità di fornire alcuni elementi di chiarimento sul tema della sicurezza a tutela anche dei nostri collaboratori, centinaia di persone che tutti i giorni lavorano anch’essi con dignità e orgoglio per il nostro Gruppo e condividono con noi gli stessi valori e gli stessi obiettivi.
“Confermiamo che la manovra si stava svolgendo in condizioni di piena e completa sicurezza: le condizioni meteo – marine erano ottime, il Pilota era regolarmente a bordo della nave, i due rimorchiatori che il nostro Comandante aveva deciso di utilizzare erano regolarmente “voltati” (attaccati) alla nave.
“Quello che non riusciamo davvero ad accettare è che i due rimorchiatori, anche ammesso che la macchina della nave fosse ferma nella fase di evoluzione, in quelle condizioni meteo – marine ottimali, non siano stati in grado di tenere una nave di medie dimensioni, come la Jolly Nero, lontana dalle banchine in un così ampio specchio acqueo in cui evoluiscono navi di dimensioni ben maggiori.
“Indipendentemente da quelle che saranno accertate come le concause dell’evento, la nostra società, orgogliosa di battere da sempre bandiera italiana su tutte le sue navi e di credere ancora fermamente nella composizione di equipaggi di nazionalità italiana, ha investito moltissimo nella sicurezza e nella formazione sottoposta com’è, fra l’altro, ad una serie di controlli che forse trova analogo riscontro solo nel settore dell’aviazione civile e che si fonda su diversi livelli: Amministrazione dello Stato di bandiera con riferimento alla sicurezza della navigazione, Registro di classificazione (nel nostro caso il RINA) e Amministrazioni diverse rispetto a quella dello Stato di bandiera quando le navi approdano nei porti di Stati esteri.
“Il nostro Gruppo si assumerà, come sempre fatto, le proprie responsabilità e si è fin dall’inizio messo a completa disposizione delle Autorità inquirenti al fine di un esaustivo accertamento della verità”.

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Pubblicato il
15 Maggio 2013

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