Tanger Med avamposto del made in Italy
Nasce una piattaforma commerciale e distributiva a fianco dell’area industriale – Il Mediterraneo e le nuove frontiere
MILANO – Come riportato dai quotidiani economici, Tangeri sarà l’avamposto del pronto moda made in Italy nel continente africano: un mercato di un miliardo di potenziali consumatori la cui ricchezza va crescendo del 5% l’anno e con una quota di 40 mila milionari avidi di tutto ciò che i nostri marchi rappresentano.
[hidepost]La porta di ingresso sarà la zona franca di Tanger Med, la lingua più a nord del Marocco divisa dall’Europa solo da 14 chilometri di Mediterraneo, dove si sta avviando una nuova piattaforma commerciale e distributiva da affiancare ai 1.300 ettari di area industriale avviata nel 2001 (dove, in una dozzina d’anni, sono già stati calamitati 1,5 miliardi di investimenti privati). A fare da apripista sarà il Centergross di Bologna, il più importante centro moda all’ingrosso occidentale 680 aziende e 5 miliardi di fatturato aggregato rappresentato che la scorsa settimana ha ospitato il direttore generale di Tanger Med, Mehdi Tazi, per dare forma al progetto di replicare la “città” del pronto moda italiana oltre lo stretto di Gibilterra. L’obiettivo è approdare nella zona franca con un primo gruppo di una trentina di aziende non solo di confezioni ma anche di stoffe, calzature e accessoristica, per aprire sale campionario permanenti. Showroom su misura del pronto moda che faranno da traino anche per l’alimentare, altro simbolo dell’Italian style richiestissimo dai mercati stranieri. “Quest’operazione conferma come il Mediterraneo sia un’area strategica per il Made in Italy” – ha dichiarato Riccardo Fuochi, imprenditore della logistica della moda e presidente dell’International Propeller Port Club di Milano “come Club siamo attentissimi all’area: abbiamo recentemente ospitato ad una nostra conviviale Yasmina Sbihi, country manager di Invest in Marocco durante la quale abbiamo avuto chiare indicazioni di come la logistica sia una delle aree nelle quali il Paese punta di più”.
[/hidepost]