Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Centro servizi a La Spezia è quasi pronto

LA SPEZIA – Un centro unico servizi, per i controlli alle merci in containers che non siano ripetitivi e specialmente che accelerino i tempi di “liberazione” di ogni teu.
[hidepost]E’ il sogno di molti porti, che a La Spezia sta diventando realtà, con il protocollo firmato dal presidente dell’Autorità portuale Lorenzo Forcieri con l’Agenzia delle dogane, la Guardia di Finanza, il team ispettivo del ministero della Salute e gli altri soggetti istituzionalmente delegati ai controlli.
Il nuovo centro servizi è a Santo Stefano Magra, il retroporto da anni “polmone” delle banchine spezzine. L’accordo prevede che ogni container sottoposto a controlli per campione venga aperto una volta sola, sbrigando in tempo reale – ha sottolineato Forcieri – operazioni di verifica che oggi comportano anche una settimana e più di attesa.
Il pre-clearing (sdoganamento con ancora le merci a bordo) che fa parte del progetto partirà già entro una decina di giorni. A marzo saranno completati i lavori per ristrutturare la palazzina dei servizi, con un investimento di circa 800 mila euro, e che ospiterà lo sportello unico tanto auspicato, con tanto di piattaforma informatica e processo di pre-clearing totale. Da parte sua la dogana ha già acquistato un moderno scanner da 4 milioni di euro da piazzare in loco. Entro aprile, secondo l’Authority spezzina, il centro servizi di Santo Stefano Magra sarà totalmente operativo.
E gli altri porti? Se ne parla in quasi tutti, ma al momento si è indietro, molto indietro, troppo indietro. E certi divari pesano.
Pesano tanto che il confronto fatto di recente da Il Sole-24 Ore con il porto di Rotterdam (edizione di martedi scorso 3 dicembre) è impietoso. Secondo quanto dichiarato dall’amministratore delegato di Fercam Thomas Baumgartner la sosta di un container a Rotterdam è di poche ore, nel caso peggiore di un giorno. Mentre in Italia si arriva a casi limiti di un container all’export rimasto bloccato per 3 mesi. Ci sono clienti italiani che chiedono espressamente a Fercam – che è l’ottavo operatore logistico in Italia e controlla anche Gondrand – di operare attraverso Rotterdam malgrado la lontananza dall’Italia. E il risultato è che 220 mila teu all’anno evitano i porti italiani per scegliere Rotterdam.
A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
7 Dicembre 2013

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio