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La Concordia e il naufragio bis di Piombino

PIOMBINO – Con il senno del poi – e sarebbe facile ricorrere all’abusato: ve l’avevamo detto – la conclusione della beffa sulla Concordia sa proprio di fregatura ben orchestrata.
[hidepost]A una settimana dall’annuncio definitivo che il relitto andrà a Genova, e che gli oltre cento milioni investiti dallo Stato su Piombino dovranno cercarsi un’altra destinazione per non apparire come un enorme spreco di Stato, appare evidente che Costa Crociere, i suoi padroni di Carnival, i P&O (se c’entrano nelle scelte) e la stessa politica avevano già deciso tutto fin dall’inizio, in piena ed amorosa collaborazione con Fincantieri.
Tutto il resto sarebbe stato un gran brumeggio, con il sospetto aggiuntivo che si sia trattato anche di “disinformazia” come si diceva un tempo. Palermo, Civitavecchia, Piombino, persino Smirne? tanti polli di Renzo a becchettarsi tra loro mentre a Genova zitti zitti si predisponevano gli strumenti, magari ridendo anche sotto i baffi per le minacciose intemerate (o grida manzoniane, come qualcuno oggi le ha battezzate) del governatore della Toscana.
Bisogna ammetterlo: un’operazione condotta con tempi e modalità da alta regia, lasciando filtrare ipotesi e dettagli fuorvianti (rientra nel gioco, con tutta probabilità, anche il contratto di prenotazione del Vanguard) che hanno distolto l’attenzione al vero obiettivo, quello di portare la grande carcassa – e il relativo business milionario – a Genova.
Non sta a noi entrare nei dettagli tecnici dell’operazione. Che probabilmente saranno anche coperti da spiegazioni tecniche più che corrette: diciamo pienamente attendibili. Ma in tempi come questi, quando dietro ogni grande operazione tecnico-economica finiscono per nascere sospetti di strane ingerenze (se non addirittura interventi della magistratura su sconquassi come quelli dell’Expo o del Mose) il metodo con il quale si sono tenuti in ballo tanti porti e tante speranze di lavoro non ci è sembrato tra i più lineari. Ovviamente saranno i dettagli con cui l’operazione Genova sarà ufficializzata nei prossimi giorni – l’ultimo rinvio per scoprire le carte va a giovedì prossimo, salvo altre sorprese – a fugare ogni residuo dubbio o ad accentuarli.
Comunque vada, l’impressione ad oggi è amara: che al brutto naufragio della Costa Concordia segua una brutta gestione del dopo naufragio.
Sperando ovviamente di sbagliarci. Come spesso ci capita.
Antonio Fulvi

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Pubblicato il
21 Giugno 2014

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