Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Predicare e razzolare per Venezia

VENEZIA – Predica bene e razzola male il nostro ministro delle Infrastrutture e Trasporti? Sulla kafkiana vicenda del terminal offshore di Venezia, l’accusa di Debora Serracchiani – potente governatore della Regione confinante – non lascia scampo: la Corte dei Conti ha bacchettato il progetto dell’offshore di Paolo Costa, la legge di stabilità aveva cancellato il famoso finanziamento di 100 milioni (strappati al Mose) con cui Costa aveva avviato l’operazione, e proprio il ministro Lupi ce l’ha reinserito.
[hidepost]Lui che va predicando la necessità di “sistemi portuali” che non si facciano concorrenza e anzi scelgano le specializzazioni, che vuole accorpare Trieste e Venezia, che non vuole progetti faraonici campati su immensi (e molto improbabili) finanziamenti pubblici…
Sia a Venezia che a Trieste la faccenda è al calor bianco. Anche perché la Debora, come scriveva qualche giorno fa Il Corriere Veneto, c’è andata giù a gamba tesa. “Mi pare un’opera non soltanto faraonica e anche molto costosa ma inutile per quanto riguarda le dinamiche dei porti dell’alto Adriatico”. Replica di Costa: “Se ci fosse qualche influenza (per bloccare il progetto, n.d.r.) sarebbe una politica di puro potere”.
Certo, la vicenda lascia da pensare. I cento milioni rimessi in pista da Lupi per Costa sono solo una briciola, a fronte di una spesa (pubblica soltanto?) prevista tra 1,4 e 3 miliardi di euro. Però al ministero sembra che siano dalla parte del progetto: c’è già stata, a calendario, una prima conferenza di servizi, e l’iter burocratico sta andando avanti malgrado il “ni” della Corte dei Conti. Debora Serracchiani non s’arrende e da vice del premier Renzi non sembra disposta a lasciar correre. Sostiene che una grande piattaforma offshore per mantenere i traffici petroliferi di Marghera (tagliati fuori dal Mose) e per accogliere mega-fullcontainers non ha senso quando vicino c’è Trieste già in grado di svolgere entrambi i servizi. Gli industriali veneziani (Roberto Zuocato, presidente) si sono schierati con Costa. Insomma, tutti contro tutti. Questa sembra l’immagine standard dell’Italia dei porti.
Antonio Fulvi

[/hidepost]

Pubblicato il
12 Novembre 2014

Potrebbe interessarti

Rigassificatori e logica

Prendiamola larga per un attimo: da Eraclito a Zenone, fino ad Aristotele, la logica è quella dottrina che chiarisce i meccanismi consequenziali. Se mi avete seguito nello sproloquio, converrete con me che il recente...

Leggi ancora

Quando il saggio saggia

Ci sono a volte, nel comportamento delle persone, scelte difficili da fare: ma una volta fatte, non è difficile spiegarle. È il caso, per la nostra realtà livornese, delle dimissioni del maritime consultant Angelo...

Leggi ancora

Avanti adagio, quasi indietro

Potremmo dire, parafrasando Guido Gozzano, che tra gli infiniti problemi che riguardano il nostro mondo attuale, tra guerre e genocidi, ci sono anche le “piccole cose di pessimo gusto”. Tra queste c’è l’incredibile vicenda...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Se Berta ‘un si marìta…

…“E se domani…” diceva un antico refrain musicale. Riprendo le valide considerazioni del nostro direttore sulla sorprendente impasse di alcune nomine presidenziali nelle Autorità di Sistema Portuale soffermandomi su Livorno: Gariglio è stato tra...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Per difendere la pace…

Guerra e pace, più guerra che pace: sembra l’amara, eterna storia dell’uomo. Così, per preservare la pace, sembra proprio che non ci siano che le armi: si vis pacem, para bellum, dicevano nell’antica Roma....

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora
Quaderni
Archivio