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Nuovo Codice della nautica: speranze (e qualche timore)

Promesse semplificazioni e anche cultura del mare nelle scuole: ma c’è l’incognita delle sanzioni più severe e dell’adeguamento a direttive Europee più costose

ROMA – Speriamo che almeno questa volta non sia valido il famoso aforisma di Mark Twain (“Ogni volta che il governo vara una nuova legge corro a nascondere il portafogli”). Perché il recente, trionfale annuncio dell’Ucina secondo cui il Senato ha approvato la legge delega per la riforma della nautica comporta certo alcune speranze, ma anche qualche preoccupazione: specie dove si cita l’adeguamento alle norme europee per l’innalzamento dei requisiti tecnici delle imbarcazioni (altre procedure alla base di carte bollate?) e la limitazione delle emissioni sonore e gassose dei motori. Sarebbe, per l’agonizzante nautica da diporto popolare, il vero colpo di grazia.
[hidepost]Tra le norme anticipate dal testo varato dal Senato c’è anche l’inasprimento delle sanzioni per la guida pericolosa (ma con quali parametri verrà individuata? Il termine ad oggi è quantomeno generico, lasciato spesso alla sola valutazione del singolo agente di polizia), per quella in stato di ubriachezza o sotto stupefacenti (bene!) e nell’ambito delle aree riservate alla balneazione. Quest’ultimo punto è anch’esso a rischio di interpretazioni fuorvianti: ci sono state segnalazioni nel passato di multe fatte a diportisti che si erano tuffati dalla propria barca in calette semideserte, dove zelanti militari della Guardia Costiera li avevano sanzionati poiché “essendosi tuffati in acqua per fare il bagno erano automaticamente in zona balneare”… Si spera che ci siano norme finalmente chiare e umane.
Vediamo gli aspetti più chiaramente positivi. Sono previste non specificate “semplificazioni degli adempimenti a carico dei diportisti” (e Dio sa se ce n’è bisogno). Prevista anche la destinazione d’uso per la nautica minore delle strutture demaniali che presentano caratteristiche idonee ad essere utilizzate come ricovero a secco di piccole unità (benissimo), la regolamentazione nazionale della locazione dei natanti e le procedure di PSC (Port State Control) oggi penalizzanti per le barche straniere in entrata. Piani formativi scolastici sono previsti (sperando che non rimangano pie intenzioni) sulla cultura del mare e l’educazione marinara.
Quando la legge delega approvata nei giorni scorsi al Senato sarà varata anche dalla Camera, spetterà al governo emanare “uno o più decreti legislativi” per attuare le semplificazioni e aggiornare la normativa di sicurezza. Incrociamo le dita e speriamo bene…
A.F.

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Pubblicato il
19 Novembre 2014

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