Simoncini e il ballo a Corte…
LIVORNO – C’era da scommetterci: nell’improvviso e per alcuni anche sospetto attivismo della Regione Toscana per la portualità, serpeggia il dubbio che non si faccia solo campagna elettorale per la presidenza regionale ma si miri anche alla poltrona dell’Authority livornese.
[hidepost]Lo conferma la reazione sulla stampa quotidiana dell’assessore regionale alle attività produttive Gianfranco Simoncini, che al sospetto fatto filtrare dal sindaco Nogarin di mirare alla attuale poltrona di Gallanti ha subito smentito con durezza. Testuale: “Non esiste l’ipotesi di una mia presidenza dell’Autorità portuale di Livorno”. Contro-replica pensata dai soliti malfidati: smentire il possibile (ed auspicato) è esercizio comune nella politica, anche perché i tempi delle candidature ancora non ci sono e chi parte troppo presto si brucia. A chi dobbiamo credere? Simoncini, direbbe con ironia il tribuno Antonio parafrasando l’orazione funebre di Cesare, è uomo d’onore. Ma la politica – altra nota citazione – non è un ballo a corte…
Simoncini o no, mancano ancora tre mesi all’inizio delle danze per l’Authority di Livorno e la lista della spesa con i nomi dei candidati (veri o presunti) è già nutrita. Ammesso e non concesso che il ministro Lupi non adotti l’ormai generalizzato commissariamento in attesa della riforma.
E i nomi? Intanto: chi l’ha detto che Giuliano Gallanti tiri i remi in barca e rinunci a priori a un secondo mandato? Come esperienza internazionale, come relazioni e come visione non localistica, a sentire il suo segretario generale Massimo Provinciali “è uno dei migliori sulla piazza”. Già, Provinciali: il gossip di banchina lo da anch’egli in corsa, nel caso Gallanti venisse disarcionato. E Provinciali a sua volta ha lunga esperienza in particolare nella burocrazia ministeriale, che può essere – a seconda delle relazioni – un freno ma anche un potente acceleratore di decisioni. A Palazzo Rosciano, dove i magma dei dirigenti e degli aspiranti dirigenti nella media spellerebbe vivo anche Giobbe con la sua proverbiale pazienza, qualcuno l’ha battezzato “Mo’ vediamo” perché in genere prende tempo sulle decisioni. Può essere una critica o anche un merito. Ma la stima è generalizzata.
Tutto qui sui candidati? Tutt’altro: è stato più d’una volta citato Luciano Guerrieri, due volte presidente di Piombino, tre volte commissario dello stesso porto, “saggio” in Assoporti e “nella manica” non solo del governatore Rossi (se ancora conterà per le nomine) ma anche ben visto a Roma. Poi ci sono gli outsiders. Per un certo periodo si è visto molto a Livorno Mario Sommariva, oggi a Bari e in precedenza a Genova, anch’egli di grande esperienza. E torna e ritorna, a regime carsico, il nome di Nereo Marcucci, oggi presidente di Confetra, primo presidente di Authority a Livorno e importante membro della commissione dei 15 chiamati al ministero per riformare la riforma.
Di Simoncini se ne parla e si è già detto. Altri parlano anche del senatore livornese Marco Filippi. Ma la lista potrebbe essere assai più lunga, considerando che ormai le poltrone per i politici più o meno trombati (o in fase di trombatura) sono assai meno dei loro culi. Brutale, lo capisco. Ma ripeto: non stiamo parlando di un ballo a corte…
Antonio Fulvi
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