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Vasche di colmata rimedio in che tempi?

Un intervento critico dello spedizioniere Benedetti dopo l’ok della Regione a forare la membrana sul fondo

LIVORNO – Se ne parla da anni, con una serie di tentativi – alcuni al limite del paradossale – che non hanno portato a risultati. Adesso, come avevamo già annunciato da tempo, è arrivato l’ok della Regione a “bucare” l’impermeabilizzazione sul fondo delle vasche di colmata, nel tentativo di stabilizzarne i fanghi per farne la base (compatta) della futura Piattaforma Europa.
[hidepost]Sul tema, ecco l’intervento di Giuseppe Benedetti, spedizioniere doganale e noto “rompiballe” del porto. Che qualche riflessione dovrebbe consentire. (A.F.)

Forse sarò considerato un “curioso” perché leggo continuamente le notizie sull’attività portuale del nostro scalo.
Sono invece un addetto ai lavori che ho sperato con l’insediamento della Port Authority che il porto avesse quella potenzialità che la sua situazione territoriale potesse concretizzare.
E’ stata fatta la scelta della realizzazione della piattaforma Europa con la creazione delle vasche di colmata per un espansione a mare quando a mio avviso era più coerente e pregnante realizzare un “porto canale” utilizzando lo Scolmatore considerato che lo studio di fattibilità per lo sbocco a mare aveva dato esito positivo. Forse esagero: forse non abbiamo voluto far concorrenza al porto di Rotterdam!
Non sono solo discorsi. Ricordo che fu fatta anche una proposta in tal senso con il Governo Ciampi, ma fu “stoppata“ dall’allora Port Authority.
Oggi si parla di soluzione (!) all’assurda vicenda delle vasche di colmata che sono impraticabili pantani. E mi viene da attribuire agli addetti ai lavori che hanno seguito le varie fasi con cui sono state realizzate le vasche stesse un termine estremamente critico. Forse sbaglio, ma credo che i tecnici che hanno seguito i lavori fin dall’inizio dovevano sapere che il riempimento di fanghiglia “protetta” da una guaina di plastica portava inconvenienti come quelli di non poter reggere il peso delle strutture e macchinari necessari all’utilizzo delle aree interessate. Eppure tutto ciò è avvenuto ed adesso è stata presa la solita soluzione; spendere altri nostri denari per rimediare il mal fatto. Nella speranza – ma non certo nella certezza – di poter rimediare in tempi brevi e con risultati validi.
Giuseppe Benedetti

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Pubblicato il
26 Agosto 2015

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