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Unica alternativa: il bacino Salvadori

Già a suo tempo fu utilizzato per il varo di un grande yacht Benetti ed è in grado di ospitare scafi fino a 110 metri di lunghezza – Recuperabile o no il Mediterraneo affondato?

Il bacino Salvadori.

LIVORNO – Nel disastro del complesso bacini livornese, rimane pienamente efficiente solo il bacino galleggiante della ditta Salvadori, che a sua volta ha avuto una serie di spostamenti fino ad approdare – formalmente solo in termini provvisori – alla calata Bengasi del canale industriale. E al bacino Salvadori qualcuno sta già guardando come possibile alternativa al blocco (o addirittura al mancato recupero) del Mediterraneo. Chi ha la memoria lunga ricorda che il bacino galleggiante dei Salvadori fu utilizzato anni fa dalla stessa Benetti per varare uno suo grande yacht, il Galaxy, rimorchiandolo fino alla banchina del cantiere. Rimorchiare un bacino galleggiante non è un problema, tantomeno nel porto dove certo non mancano i tugs adatti.
[hidepost]Semmai c’è un problema di limiti: perché è vero che il bacino Salvadori può ospitare navi (o yachts) lunghi fino a 110 metri, ma la sua portata massima è a 1500 tonnellate, che può essere insufficiente se si trattasse di un mega-yacht completamente arredato ed allestito. Ma anche questo è da valutare.
Di certo, Salvadori è un’alternativa oggi importante, sulla quale probabilmente si stanno già puntando gli interessi di Benetti nel caso si dovessero allungare i tempi di recupero del Mediterraneo. Dove si apre un altro tipo di problema: è davvero recuperabile questo bacino “maledetto”, che i tecnici considerano nato male e già affetto dall’inizio di tante magagne? Per definizione degli esperti, un bacino di carenaggio è un grande scatolone di ferro, che quindi è sempre riparabile. Ma sono i suoi impianti il vero valore economico; e se risulterà vero che tutte le principali pompe sono state allagate e sono finite nella fanghiglia dell’area portuale (il ROV dei vigili del fuoco ha confermato che l’acqua nell’area è una specie di pappa di fango e detriti) il loro recupero potrebbe essere costosissimo o addirittura impossibile e cambiare tutte le grandi pompe, per di più con gli impianti idraulici ed elettrici collegati, potrebbe costare più del valore dell’intero complesso. Le valutazioni tecniche saranno possibili comunque solo quando il bacino sarà ispezionabile. Il che a sua volta sarà fattibile solo quando la magistratura darà i relativi permessi. E tutti si augurano che sia al più presto.
A.F.

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Pubblicato il
2 Settembre 2015

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