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La Riforma? Forse corre per davvero…

Angelo Roma

LIVORNO – Finalmente vedremo attuata, entro il prossimo 17 luglio, la tanto attesa riforma portuale.
Così almeno han detto, alla sessantasettesima assemblea generale di Federagenti, riunita a Trapani, sia il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti – Simona Vicari – che Luigi Merlo, consigliere del ministro Del Rio.
Le competenti cinque Commissioni parlamentari, infatti, hanno sessanta giorni di tempo per esaminare il decreto e poi, licenziarlo: da tenere presente che il loro relativo parere è “vincolante” anche per i profili finanziari.
Il 26 maggio u.s., infatti, il senatore Marco Filippi ha annunciato in commissione che intende procedere celermente, con brevi cicli di audizioni ed approvazione del parere entro la fine del mese di giugno. Si pensa che sarà proposto l’inserimento d’includere anche i porti dell’Ogliastra e di Capraia, così come suggerito dal senatore Altero Matteoli, fermo restando che sarà il ministro a decidere.
[hidepost]Terminato l’iter, ci sarà il decreto legislativo “finale” del Consiglio dei Ministri, che entrerà in vigore dopo quindici giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, senza abbisognare di alcuna conversione in legge da parte del Parlamento, e prenderanno finalmente corpo le Autorità di Sistema Portuale; fatta salva la possibilità per il Governo, entro dodici mesi, poi, di adottare uno o più decreti correttivi.
La riforma, ha evidenziato Merlo, è il primo step di un processo d’intervento nel settore della logistica e dei porti, con provvedimenti che riguarderanno il Tavolo di partenariato, che si occuperà delle scelte e non delle procedure amministrative, della riforma del lavoro nei porti, della limitazione della responsabilità dei piloti e del caso delle crociere a Venezia.
In Toscana e dintorni, dal momento in cui il presidente Enrico Rossi, nonostante il parere contrario di alcuni sindacalisti regionali, ha dato il via libera all’operazione di accorpamento interregionale, Carrara e La Spezia (distanti tra loro meno di trenta chilometri) hanno pensato a dare corpo a possibili servizi comuni alle due realtà, una specie di visione portuale unitaria, così com’è avvenuta, da qualche tempo ormai, tra Livorno e Piombino.
Per quanto ci riguarda più da vicino, il porto di Civitavecchia è ancora alla ricerca d’investitori destinati a subentrare al gruppo tortonese (ed ai suoi soci) nella realizzazione del nuovo terminal container della Darsena Energetica Grandi Masse; e la “nostra” Piattaforma Europa ha una ragione in più di essere realizzata.
Il parere del CdS, tra altro, ha anche sollecitato la possibilità di estendere alle aree retroportuali, i regimi fiscali e doganali applicati ai porti: ideale per l’Interporto/Retroporto “Vespucci”.
Infine, l’Autorità Portuale di Livorno ha annunciato in questi giorni il completamento dei lavori di dragaggio alla Darsena Toscana, opera che ha riportato i fondali a meno 13 metri (quota originale). L’intervento ha rimosso circa 700mila metri cubi di posature, che hanno consentito tra l’altro, dopo il banchinamento compiuto l’anno scorso, la possibilità di attivare un nuovo ormeggio alla radice della sponda est: il 15 E.
Grazie a questo dragaggio, la sicurezza “nell’evoluzione nave” sarà nettamente migliore, ma come ho già avuto modo di dire, solo ora vedo la possibilità di far cambiare l’ordinanza della Capitaneria 6/2015, che prevede ingressi navi solo di giorno per quelle di una lunghezza massima di 306 metri ed una larghezza massima di 40 metri e con pescaggio non superiore a 11,40 metri … e via dicendo!
In sostanza, una volta completati tutti i necessari accertamenti, il Comandante del Porto potrebbe emettere una nuova ordinanza, pur sempre con il grosso handicap della strettoia del Marzocco, al fine di portare il limite massimo a meno 12 metri, con palesi vantaggi di “carico”per il nostro porto.
Angelo Roma

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Pubblicato il
8 Giugno 2016

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