Trieste al centro dei progetti per “One Belt, One Road”
TRIESTE – “One Belt, One Road”, ovvero la nuova via della seta, avrà come protagonista dei colossali investimenti annunciati dal premier cinese Xi Jinping anche i porti italiani, con in primo piano proprio Trieste. Lo ha confermato lo stesso Xi Jinping al premier italiano Gentiloni in visita a Shanghai, annunciando che l’anno prossimo sarà in Italia oltre che a Roma anche a Trieste, Genova e forse qualche altro scalo. In sostanza: nel memorandum firmato a Pechino tra Cassa Depositi e Prestiti italiana e China Development Bank, un flusso di danaro sarà indirizzato anche sui porti italiani che la Cina ritiene strategici per la nuova via della seta.
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Nella mappa che riportiamo con questo articolo, si vede chiaramente la preminenza della rotta in Adriatico rispetto agli indirizzi (e alle aspirazioni) dei porti tirrenici. Trieste è il più importante nodo italiano del grande network cinese, che nel Mediterraneo orientale ha ormai come hub consolidato il porto del Pireo (3 milioni di teu/anno con la prospettiva di raddoppiarli). Trieste ha una posizione strategica verso i mercati del centro e nord Europa: e come ha rilevato il presidente della sua AdsP Zeno D’agostino – non a caso diventato anche presidente della “nuova” Assoporti italiana – è già a buon punto come strutture di banchina e come collegamenti intermodali.
Di recente a Monaco di Baviera anche la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani ha incontrato i ministri bavaresi Marcel Huber e Joachim Herrmann sui collegamenti diretti ferroviari e sulle problematiche doganali. Il potenziamento ferroviario del porto triestino non conosce soste: e i risultati non sono certo minimali, visto che anche ad aprile il terminal TMT ha registrato un aumento del 21,3% dei containers e un 40% di incremento nei volumi trasportati via treno. Non basta: da Monfalcone, gestito dalla stessa AdsP, Wallenius-Wilhelms spedirà automobili verso il Far East con un forte crescendo dall’anno prossimo. E Rete Ferroviaria ha anche cominciato interventi di potenziamento della stazione ferroviaria di Campo Marzio.
Il fervore di iniziative triestine investe anche il Molo VII, vero simbolo delle capacità del porto ad adeguarsi alle richieste del mercato dello shipping: si sono appena conclusi i lavoro di Up-grading per la seconda delle due grandi gru di banchina potenziate ed aggiornate. Entrambe sono ormai in grado di di operare – con sbraccio alla 21° fila – sulle navi di nuova generazione capaci di imbarcare fino a 16 mila Teu.
Infine il comitato di gestione di Zeno D’Agostino ha recentemente approvato il rendiconto generale del 2016 con un avanzo di amministrazione di 14,3 milioni di euro che sarà utilizzato – riferisce un rapporto – “insieme ad altre fondi di finanziamento” per sostenere il piano operativo triennale. Come anche ha riferito di recente al workshop di Livorno (“La tempesta perfetta”) il segretario generale di Trieste Mario Sommariva, il sistema portuale del Nord Adriatico orientale punta oggi sulla razionalizzazione degli investimenti italiani e specialmente della programmazione delle infrastrutture portuali e ferroviarie per chiuderla con un’epoca di concorrenza suicida tra porti e porticcioli vicini, contando su una guida forte del governo anche sui temi del lavoro in banchina.
A.F.
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