Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Confetra, no alla doppia Tari

Nereo Marcucci

ROMA – Non c’è mai limite al peggio: nel senso che si continua a vessare le imprese di adempimenti incongrui, costosi e “micidiali” anche sul piano dell’impegno burocratico.

“Esattamente al contrario della nota pubblicità, anche nel 2017 le aziende che producono rifiuti non assimilabili a quelli urbani saranno chiamate a pagare lo smaltitore effettivo e quello virtuale. Il secondo è quasi sempre l’azienda municipalizzata locale. Insomma pago due per prendere uno”. E’ quanto dichiara Nereo Marcucci, presidente della Confetra, Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica, con riferimento alla TARI, la tassa sui rifiuti che le imprese di logistica sono costrette a pagare per lo smaltimento degli imballaggi terziari.

[hidepost]

“Nonostante gli interventi del Ministero dell’Economia, dell’Antitrust e recentemente anche del Tar” – continua Marcucci – il Ministero dell’Ambiente non ha ancora posto vincoli ai Comuni in merito alla possibilità di considerare qualsiasi rifiuto come un rifiuto urbano.” La conseguenza è che i Comuni stanno ricomprendendo tra i rifiuti assoggettati al pagamento della tassa anche quelli che non potrebbero essere assimilati ai rifiuti urbani e per i quali lo smaltimento avviene in proprio da parte dei produttori, come nel caso degli imballaggi utilizzati dalle imprese di logistica che anche quest’anno – entro il 26 giugno prossimo – sono chiamate a pagare importi rilevanti.

“Confetra – conclude Marcucci – ha nuovamente chiesto l’intervento della Sottosegretaria all’Ambiente Silvia Velo affinché gli uffici competenti definiscano i criteri di assimilazione previsti da una norma del lontano 2013, e nel frattempo dispongano con circolare che niente è dovuto quando il servizio di smaltimento non sia stato reso”.

[/hidepost]

Pubblicato il
7 Giugno 2017

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio