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Provinciali e gli articoli 16 e 17

Massimo Provinciali

LIVORNO – Come dice la vecchia battuta, mai stuzzicare la coda della cicala, perché il suo frinire cresce d’intensità. Nel nostro caso, un intervento critico del segretario della Cisl Marco Odone su un’ipotesi relativa agli art. 16 e 17 esposta in un articolato intervento di Massimo Provinciali sul blog dell’Autorità portuale livornese, ha dato modo allo stesso Provinciali di rispondere. E con una risposta insieme ironica ma anche sostanziale. Eccone il testo, che non commentiamo come non abbiamo fatto con il j’accuse di Odone.

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“Mi dispiace che una mia battuta su un ipotetico modello organizzativo del lavoro nei porti – scrive Provinciali – abbia destato in qualcuno un preoccupato allarme. Mi dispiace soprattutto il fatto evidente che nessuno dei preoccupati commentatori ha letto la mia intervista su PortNews della quale quell’ipotesi rappresenta un fugace passaggio di poche righe su quattro pagine.

Se l’avessero fatto, avrebbero notato che il mio pensiero si fonda su due caposaldi:

1. Il modello di cui alla legge n. 84 del 1994 funziona perfettamente se correttamente applicato, come abbiamo dimostrato a Livorno con il processo che ha portato al risanamento del nostro Art. 17.

2. E’ fondamentale l’applicazione uniforme della legge a livello nazionale, evitando il proliferare di ricette locali “su misura”, anche perché è là dove ci si è voluto discostare dal modello legale che sono nati i problemi più grandi.

“Quando poi l’ottimo Marco Casale, curatore della rivista – continua Provinciali – che non si ferma a raccogliere dati, ma provoca intelligentemente delle riflessioni, mi ha stuzzicato ricordandomi il pensiero dell’amico professor Zunarelli su una possibile eliminazione dell’art. 17 e la possibilità per i terminalisti di rivolgersi al normale mercato delle agenzie interinali, ho risposto che qualora l’obiettivo della riforma dovesse essere il superamento del monopolio, si potrebbe pensare, “….solo come ipotesi di studio…” di consentire agli appaltatori di essere anche fornitori di lavoro temporaneo. Tutto qua, non mi pare di aver peccato di lesa maestà.

“L’ex autorità portuale di Livorno – conclude Provinciali – ha dedicato due anni di tempo e tre milioni di euro ad un processo che, azzardando l’ingresso dell’Ente nella compagine sociale dell’art. 17, ha consentito, con il contributo di lavoratori, imprese e organizzazioni sindacali, di ricostruire a Livorno quel modello legale che in molti porti è finito in un cassetto; e che, lo ripeto qui per chiarezza, a mio parere è un modello che funziona e che va salvaguardato”.

Insomma, per dirla alla Pirandello: tanto rumore per nulla…

A.F.

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Pubblicato il
26 Luglio 2017

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