Sinistri marittimi, ancora troppi: l’errore umano è determinante
BRUXELLES – È un rapporto che fa pensare, visto che all’evoluzione continua della tecnologia a supporto della navigazione non corrispondono risultati importanti nella salvaguardia della vita in mare. Il rapporto è quello dell’EMSA, l’agenzia europea per la sicurezza marittima: e certifica che l’anno scorso si sono verificati 3.145 incidenti marittimi, con la perdita di 26 navi, la morte di 106 membri di equipaggi e il ferimento di altri 957 marinai. Secondo l’agenzia, il 60% dei sinistri ha avuto come causa l’errore umano; sottovalutazione delle condizioni meteo, distrazione in aree di navigazione difficile, scarsa comprensione degli ausili elettronici del punto nave, eccetera. La formazione degli equipaggi rimane un elemento importante: ma non basta a garantire in assoluto la sicurezza.
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Negli ultimi sei anni monitorati, dal 2011 al 2016, i sinistri marittimi sono stati 16,539 tra incagli, speronamenti tra navi, incendi, avarie che hanno portato alla perdita del vettore. L’EMSA ha certificato che di tutti questi sinistri ben 12.663 sono stati nelle acque interne degli stati dell’Unione Europea. Coinvolte 18.655 navi, 253 delle quali sono andate perdute. I morti sono stati 600 e oltre 5 mila i feriti.
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