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Bocca sud tra le priorità per Livorno

LIVORNO – Con il subentro di Finsea (gruppo Negri) a Contship Italia nel Terminal Darsena Toscana labronico a fianco di Cilp, è diventata ancora più importante la relazione tra il terminal stesso e la Port Authority per programmare gli interventi necessari a rendere la Darsena Toscana più gestibile dall’attuale generazione di grandi full-containers.

L’allargamento del canale del Marzocco, di ormai prossima conclusione, non ha distolto l’attenzione da uno dei nodi principali del porto: la bocca sud (nella foto di Scovavento) che da tempo gli esperti dello shipping (ricordiamo i tanti solleciti di Angelo Roma per conto della Zim) chiedono venga dragata ed allargata.

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Come ha sottolineato anche di recente il capo dei piloti portuali comandante Fiorenzo “Cino” Milani, la bocca sud diventa per le grandi navi una zona a rischio specie in uscita: perché il canale è stretto, poco profondo e perché nella virata a dritta per uscire le navi oltre i 250 metri di lunghezza (cioè quasi tutte quelle grandi) spostano la poppa a sinistra e rischiano di finire in secco. Una valutazione che trova d’accordo anche i tecnici della Port Authority, ma le opinioni divergono sui quantitativi di fanghi da rimuovere (e rimuovere velocemente perché di tempo se n’è perso abbastanza, a Livorno ma specialmente a Roma): l’Authority ha programmato il dragaggio di 100 mila metri cubi di fanghi e sta aspettando di giorno in giorno il definitivo ok del ministero dell’Ambiente, ma gli esperti ritengono che occorrerà dragare per almeno 400 mila complessivi. E di questa “integrazione” al momento non c’è traccia. Tanto che c’è qualche polemica sulla scelta di destinare altre risorse per approfondire l’unica banchina operativa del molo Italia, invece di utilizzare le stesse risorse (se bastano è da vedersi) ai richiesti 400 mila metri cubi della bocca sud.

Si sa, quando la coperta è troppo corta qualcosa rimane sempre fuori. Ma in questo caso si ritiene che non sia tanto un problema di risorse del porto – ce ne sarebbero, volendo – quanto di scelte prioritarie e specialmente di iter governativi per ottenere le autorizzazioni. Perché 100 mila metri cubi si sistemano ancora in vasca di colmata, ma gli altri 300 mila dove si metterebbero? Da qui la scelta di rimandare questa parte più cospicua dei dragaggi a quando ci sarà (se ci sarà, come tutti sperano) la seconda vasca di colmata.

In sostanza Livorno è di fronte a scelte strategiche a larghissimo respiro – il nuovo piano regolatore portuale di cui si è parlato anche di recente con la piattaforma Europa “multipurpose” per ribaltare lo scalo verso il mare – ma deve accelerare anche alle scelte a breve e brevissimo respiro come l’accessibilità attraverso la bocca sud delle grandi navi. Che per un certo numero di anni ancora non potranno che entrare e uscire da sud, una “bocca” che in pratica è uguale a se stessa dalla costruzione della curvilinea e dalla ricostruzione postbellica, insomma da oltre mezzo secolo. E considerando i cambiamenti che nel frattempo sono intervenuti nelle grandi navi…

A.F.

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Pubblicato il
29 Settembre 2010

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