Urge la “Digital Cooperation” per una vera intermodalità

Andrea Condotta
LA SPEZIA – Occorre una “Digital Cooperation” per risolvere la problematica della condivisione delle informazioni fra tutti i soggetti interessati dalla catena del trasporto intermodale. Perché se è vero che l’intermodalità è in grado di fornire grandi benefici in termini ambientali ed economici è altrettanto vero che le attuali modalità nella trasmissione dei dati della merce trasportata da un soggetto all’altro della catena intermodale rallentano il suo viaggio e comportano addirittura il rischio di annullarlo.
Di questo si è parlato a BILOG in una tavola rotonda sull’ultimo miglio ferroviario e la logistica digitale moderata da Federica Montaresi della AdSP del Mar Ligure Orientale con l’introduzione di Andrea Condotta (Codognotto) sul Digital Transport and Logistic Forum: il board dell’Unione Europea che deve definire una strategia a livello internazionale per il trasporto e la logistica digitale e di cui fanno parte proprio l’AdSP del Mar Ligure Orientale e la Codognotto – realtà selezionate fra le altre per capacità di innovazione in ambito tecnologico e logistico – insieme al ministero dei Trasporti italiano.
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Attualmente i progetti finanziati dall’Europa per sviluppare la digitalizzazione nei trasporti e finanziati dalla Commissione Europea sono due (Fenix e Federated) per un valore complessivo di 45 milioni di euro su un valore complessivo del budget di 90 milioni di euro: “È un importo che dimostra che la tematica non è di poco conto – ci spiega a margine Andrea Condotta – entrambi i progetti si inseriscono in un quadro di insieme più ampio che è quello del Digital Transport Logistic Forum, sulla parte della digitalizzazione.
Per quanto riguarda l’Italia il prossimo incontro tra il partenariato del progetto Federated si terrà a Roma il 26-27 novembre presso la sede di ALIS Associazione Logistica Intermodalità Sostenibile perché tutti i partecipanti a questo progetto sono suoi soci. L’incontro verrà organizzato dalla Codognotto e vedrà, oltre la nostra partecipazione, anche quella di Grimaldi, Zailog, del Terminal San Giorgio ed anche di alcuni ministeri europei (olandese, spagnolo, finlandese, svedese e, come osservatori, il ministero tedesco e quello austriaco). L’incontro è limitato ad una ventina di soggetti che per due giorni proseguiranno i lavori pratici di implementazione del progetto stesso con l’obiettivo entro fine anno di definire una visione complessiva di come dovrebbe essere la condivisione delle informazioni all’interno delle catene logistiche”.
“Ad oggi stiamo lavorando sui singoli segmenti del settore della catena logistica – continua Andrea Condotta – e siamo ad una fase di step avanzato. Lavorando sulla dinamica generale della logistica ci siamo accorti che le esigenze e la visione dell’operatore su strada sono completamente diverse da quelle che può avere un operatore privato della sola parte marittima, o container, o relativa ai carichi parziali, o ai carichi completi. Pur trattandosi infatti più o meno dello stesso lavoro in realtà le relazioni esterne e la modalità con cui viene gestita la catena logistica differiscono completamente. La Commissione Europea ci chiede perciò di presentare una proposta in termini di “visione”; in realtà nelle nostre elaborazioni è già emerso che la visione non può essere unica, ma che le diverse visioni dovranno trovare unità in un quadro condiviso. Nella pratica: le catene logistiche trattate sono diverse e se prendiamo come riferimento un servizio intermodale su ferrovia gestito da un soggetto privato consideriamo che questo attualmente deve comunicare certe informazioni al terminal, altre al carrier che farà il primo miglio, altre ancora a chi gestisce la tratta ferroviaria..dovrà poi comunicare le stesse info, o aggiuntive, al terminal che è dall’altra parte del servizio ferroviario, ed ancora più o meno le stesse informazioni al carrier per l’ultimo miglio dell’arrivo. Si tratta in sostanza di una moltiplicazione infinita di informazioni da comunicare tra i vari soggetti accentuata nella complessità dal fatto che il documento di trasporto internazionale (CMR) continua ad essere cartaceo e che quel documento deve passare di mano fra tutti i soggetti che gestiscono la merce, con il rischio che vengano commesse inesattezze o irregolarità o addirittura di smarrimento del documento stesso”.
“Non è ipotizzabile che fra 4-5 anni la situazione sia ancora questa – dice ancora Andrea Condotta -; dovremo utilizzare un servizio intermodale i cui dati dell’ordine di trasporto passino dal sistema del cliente a quello del fornitore, e da questo vengano comunicati a tutti i soggetti della filiera con una sola operazione. Occorre una standardizzazione nelle connessioni dei dati che garantisca a tutti la privacy, e nello stesso tempo la fruizione degli stessi dati di trasporto. La mancanza attuale di una CMR unica deriva dalla mancanza di un accordo politico fra i Paesi. Seppure tutti i soggetti della catena intermodale hanno tutti o quasi dei sistemi informatici, tutti i contatti che avvengono via telefono o email non sono tracciati; purtroppo la situazione attuale del sistema logistico è questa. Ed inoltre ogni volta che ci si confronta digitalmente con un nuovo cliente si deve capire come funziona il suo sistema per potersi mettere in relazione e lavorare all’interfacciamento, etc..”
“Quello a cui puntano dunque questi progetti – sottolinea in conclusione Andrea Condotta – è trovare un accordo fra Paesi affinché la carta venga eliminata e soprattutto venga creato uno standard condiviso che permetta ai vari sistemi di dialogare. Il nostro è quindi un obiettivo politico-legale; l’aspetto tecnologico è consequenziale perché di fatto le soluzioni di carattere tecnologico esistono e sono più o meno le stesse, anche per la CMR elettronica. Il concetto chiave è quello del plug and play, cioè della spina: entrare in contatto con un nuovo soggetto e condividere con lui i dati con facilità risolvendo quello che oggi è un problema al 100%.
Conclusa la prima fase della visione del progetto si aprirà la seconda che definirà l’architettura informatica da utilizzare e poi l’ultima fase Pilot per la verifica del suo funzionamento nella quale vedremo un trasporto in cui il dato fluisce in tutti i players della catena, potenzialmente senza carta”.
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