A Livorno il silenzio dei timori
LIVORNO – Silenzio di tomba, forse anche troppo: pur considerando che si stanno valutando situazioni complesse e tutte nuove, intorno ai nuovi assetti interni al Terminal Darsena Toscana.
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Si raccolgono voci, anzi sprazzi di voci. Che il rapporto tra i vertici della Cilp e Monica Bellandi – casus belli che ha aperto la crisi culminata nell’uscita di Contship – non siano così idilliaci come poteva sembrare. Che il nuovo amministratore delegato di TDT – uomo peraltro avvedutissimo – si sia lasciato sfuggire qualche giudizio “tranchant” sui sistemi di lavoro nel ciclo livornese. Che tutti contino però nella saggezza del vecchio proverbio: “Col tempo e con la paglia, maturano le sorbe e anche la canaglia”.
Aiutano ad essere ottimisti i fatti più visibili. L’arrivo accelerato delle due gru post-Panamax di banchina (peraltro operazione nata con la gestione abbinata a Contship) che prelude a un impegno con Yang-Ming per la totale sostituzione della linea entro un anno.
E la progressiva convinzione che in attesa del sogno della Piattaforma Europa, occorre al più presto allargare e approfondire la bocca sud del porto. L’ha ammesso anche il presidente Piccini dopo i ripetuti allarmi lanciati da Zim, Cosco etc. e sottoscritti con grande forza dal capo dei piloti Fiorenzo Milani. Adesso si aspetta solo che il ministero dell’Ambiente si dia una mossa sulle regole: e il prossimo convegno a Livorno con il suo direttore generale della difesa del mare Renato Grimaldi – funzionario concreto e di grande onestà intellettuale – potrebbe essere il momento della svolta. Per capire se cambierà qualcosa sui dragaggi o saranno i soliti balletti in attesa della “riforma della riforma”. Che come il coro dell’Aida, canta a squarciagola: partiam, partiam. Ma non parte mai.
Distraendoci almeno per un po’ – cerchiamo di farlo – dagli squallidi balletti della politica nazionale e locale con il post-manuale Cencelli del mercato delle presidenze nelle Port Authorities in scadenza. A proposito: niente di nuovo sul fronte “picciniano”. Salvo le raccolte di firme che come nelle migliori democrazie contano zero?
A.F.
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