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Piombino, in 14 in gara

Nella foto (da sx): L’architetto Muccetti, il dottor Capuano, il presidente Corsini e il segretario generale Provinciali.

PIOMBINO – Il tema è il progetto di allocazione delle nuove aree del porto. Tante aree, quasi uno sproposito oggi per quello che un tempo era principalmente la porta turistica dell’Elba. Tante aree, create dalla (fallita) operazione di demolizione del relitto della Costa Concordia naufragata al Giglio: e ancora oggi, purtroppo, condizionate da una strettoia stradale, vero e proprio muro dalla superstrada costiera al porto, che specie d’estate costringe auto e camion e drammatiche, estenuanti file anche più di due ore. Mali risolvibili, mali per la cui soluzione si discute da anni. E intanto, ci sono le nuove aree pubbliche da allocare, e le richieste delle imprese interessate.

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Ne hanno parlato nella sede di piombino della Port Authority il presidente dell’AdSP Stefano Corsini, il segretario generale Massimo Provinciali e il responsabile locale della segreteria distaccata Claudio Capuano affiancato dalla responsabile dell’ufficio tecnico architetto Sandra Muccetti. Le notizie principali sono due: ovvero le aziende interessate alle aree, dopo una prima scrematura, sono 14. E proprio di questi giorni l’AdSP ha affidato i lavori della strada di collegamento Nord al porto. Un passaggio importante, anche se ancora non risolutivo. La notizia nella notizia è stata che l’AdSP di Piombino, guidata da Capuano, ha fattole acrobazie per accelerare le pratiche che consentiranno di andare a gara per le aree disponibili.

Tutto parte – ha detto Capuano – dall’atto di indirizzo dell’estate scorsa. Le nuove aree hanno destato grande interesse. La mappa presentata nell’incontro con la stampa (vedi in 1° pagina) delinea le aree “attualmente asservite alla PIM” e quelle in offerta. Capuano ha riassunto tutti gli atti fomali – ordinanze, incontri, concessioni, etc. – che hanno portato alla situazione attuale. Oggi ci sono 589 mila mq di aree con quasi 4 mila metri di banchine (prospettive a 5 mila metri) e fondali a 18 metri. Alla base delle gara per le concessioni, due principi: salvaguardare l’uso pubblico e favorire gli insediamenti produttivi privati. Con obiettivi specifici: incrementi dei traffici, innovazione, occupazione e diversificazione. Al 13 gennaio prossimo scatta il termine ultimo per i piani d’impresa degli interessati: su 21 imprese che hanno fatto un sopralluogo 17 erano state interessate. Dopo verifiche sono state ammesse alla gara, come detto, in 14. Ci sarà quindi una graduatoria. Prevista la procedura di sei mesi soltanto, poi saranno sottoscritti gli impegni tra soggetto e amministrazione. Temi: impatto ambientale, stabilità occupazione, volumi traffici, e specialmente innovazione. Metolologia annunciata: accorpare li vari passaggi burocratici per guadagnare tempo.

Massimo Provinciali, dopo l’introduzione del presidente Corsini e la relazione tecnica di Capuano, ha voluto sottolineare l’ottimo lavoro svolto da quest’ultimo e dai suoi collaboratori: un lavoro – ha detto – che condivido pienamente, specie nell’accelerazione delle procedure, a conferma che la burocrazia a volte può anche essere meno negativa. Qualche domanda si è focalizzata sulle banchine: PIM ha le aree, ma non la banchina. Capuano ha confermato: l’AdSP aspetta di capire quanto e come potrà essere utilizzata dall’impresa, nell’interesse di un eventuale “accordo condominiale” con le altre imprese che avranno aree. Il tasso di occupazione delle banchine è fondamentale: darle a totale concessione a un singolo non sembra nei programmi, sulla base anche del regolamento delle concessioni recentemente approvato del Comitato di Gestione.

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Pubblicato il
14 Dicembre 2019

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