Quadrante Europa di Verona gateway per l’Europa cargo

Il presidente Matteo Gasparato
“I nostri terminal non sono saturi, ma, al contrario, hanno ampi margini di crescita e sviluppo: possono ancora aumentare la loro operatività del 50%”. Il presidente Matteo Gasparotto descrive così l’attuale stato dell’Interporto Quadrante Europa di Verona, tra le più grandi piattaforme logistiche intermodali d’Europa, che ha appena presentato, insieme con Rfi, l’ulteriore progetto di ampliamento, con lo sviluppo del Quarto Modulo da 750 metri. “Oggi – prosegue il presidente -, facciamo 16mila treni l’anno e possono arrivare, nelle attuali condizioni a oltre 20mila. Attualmente, togliamo dalla strada 500mila mezzi pesanti sul corridoio del Brennero e con un ulteriore crescita possiamo arrivare a 600mila”.
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Il nuovo progetto del Quarto Modulo consentirà al Quadrante Europa di superare i 30mila treni annui e quindi alleggerirà l’autostrada del Brennero di altri 300mila camion. La nuova struttura terminalistica avrà binari sotto gru lunghi 750 metri con la possibilità di estendere in maniera modulare la loro lunghezza fino a mille metri, pensando già a possibili miglioramenti tecnologici che permetteranno la circolazione di treni di questa lunghezza. Il nuovo terminal potrà essere dedicato alla movimentazione di treni intermodali provenienti dal Nord Europa, incentivando la funzione gateway di Verona. Ulteriore opportunità di sviluppo sarà dato dall’allungamento dei binari di stazione. Infatti, lo sviluppo dei fasci arrivi/partenza sarà, come lo è oggi, direttamente connesso con tre direzioni: Nord, Est e Sud. Per l’instradamento verso Ovest sarà ancora necessaria una manovra, ma interna all’interporto.
L’interporto di Verona con i suoi 300mila metri quadri di piattaforma logistica e la sua area complessiva di 4,5 milioni di metri quadri, dà lavoro a 4.400 addetti diretti e a 7mila unità indirette. Nel suo perimetro sono attive 120 aziende e il bilancio 2018 si è chiuso con un fatturato superiore ai 10,5 milioni di euro, con un utile di 1,1 milioni al lordo delle tasse.
Dall’Interporto Quadrante Europa l’anno scorso sono transitati 28 milioni di tonnellate di merci, di cui 8 milioni via treno, la maggior parte attraverso l’intermodalità. Sono stati infatti lavorati 16 mila treni, una media di 54 treni/giorno, che hanno sviluppato un traffico che fanno del Quadrante Europa il primo interporto italiano. Rapportando il numero di Teu container annui movimentati (765.182 Teu nel 2018) ai 303 giorni lavorativi, si hanno 2.525 camion che ogni giorno, grazie all’interporto di Verona, sono trasferiti dalla strada sulla ferrovia con evidenti benefici per l’ambiente.
Positività che potrà aumentare, dunque, con la realizzazione del Quarto Modulo, il quale garantirà all’interporto veronese di rimanere ai vertici delle classifiche europee e di non farsi trovare impreparato sia alla conclusione del progetto svizzero Alptransit, sia all’apertura del tunnel del Brennero, quando presumibilmente aumenterà notevolmente il traffico ferroviario merci verso l’Italia.
Operativa dal 1988 all’interno dell’Interporto è la società Quadrante Servizi, nata per volontà del Consorzio Zai e di alcuni operatori privati, che occupano le aree a disposizione. Negli anni questa società si è evoluta, diventando punto di equilibrio tra Consorzio Zai, infrastrutture interportuali e operatori, fruitori dei servizi, soprattutto quelli strategici: intermodalità ferro gomma ed informatica. La società è riuscita così a garantire efficienza, qualità, economicità e competitività all’interno dell’Interporto, specialmente riguardo alla gestione del raccordo ferroviario, alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle strutture interportuali, alla gestione della rete telematica interportuale.
Nel 2018 sono state realizzate 26 coppie treno al giorno, la manovra ferroviaria ha rappresentato il 31,6% dell’interno traffico combinato italiano. Tra gli obiettivi futuri di Quadrante Servizi, ci sono la terminalizzazione integrata; lo sviluppo di strumenti tecnologici a supporto del trasporto merci; gli investimenti in nuove locomotive da manovra più prestanti; nuovi modelli di gestione che offrano al mercato degli Mto servizi ferroviari accessori, utili per garantire un aumento di produzione per arrivare a un indice di efficienza terminalistica pari a due.
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