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Ripartire in Toscana dopo la pandemia

Mario Gambacciani

Dal lettore Mario Gambacciani riceviamo la seguente nota:

LIVORNO – I programmi infrastrutturali per far ripartire l’area costiera toscana e in particolare il territorio livornese: necessità di un cambio di passo.

Siamo in piena crisi sanitaria ed Italia Viva è impegnata ad individuare scelte e modalità economiche, sia per gestire la fase transitoria di “convivenza” con il contagio, sia quella successiva di piena “ripartenza”.

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Guardando alla Toscana, si parte dalla considerazione che la crisi economica andrà probabilmente a colpire in particolare l’area costiera – un territorio già soggetto a tre aree di crisi complessa – per il tipo di imprese presenti, andando ad accentuare il fenomeno del divario economico con l’area metropolitana fiorentina (la Toscana a due velocità).

Le infrastrutture potranno giocare un ruolo fondamentale per la ripartenza: a maggior ragione è necessario programmare e realizzare le relative attività.

I tempi di realizzazione giocano un ruolo fondamentale: non è pensabile ritrovarsi ancora a discutere sul completamento della “tirrenica”, come pure su cronoprogrammi puntualmente smentiti anno dopo anno sulla realizzazione delle opere previste dal Piano Regolatore Portuale di Livorno.

A sei anni dall’approvazione del Piano, sulla Darsena Europa le attività previste stentano a partire. Infatti, a parte alcuni aspetti di progettazione delle opere pubbliche a mare, la parte relativa agli investimenti privati tarda a concretizzarsi. Al flop riguardante il primo bando per flussi di break even irrealizzabili, ne è seguito un secondo sulla base di una rivisitazione al ribasso sulle modalità progettuali e il conseguente minor impegno di investimento per il privato. Sono passati quasi sei mesi dalla scadenza e non c’è ancora un’aggiudicazione! Anche le importanti attività connesse quali lo scavalco ferroviario a Calambrone per favorire la connessione con l’Interporto di Guasticce e lo status di ZLS – se non ZES o addirittura di zona franca – tardano a concretizzarsi, per non parlare poi del microtunnel Eni.

Lo stesso dicasi per la parte della riorganizzazione della Stazione Marittima: lasciano perplessi i tempi di cessione delle quote di maggioranza della Porto 2000, la non sufficiente cura nella verifica del rating dell’aggiudicatario, la mancanza di seri cronoprogrammi dei cospicui investimenti previsti a partire dalla disponibilità dell’Alto Fondale e della definizione delle opere collegate relative alla viabilità di cintura e al fondamentale collegamento con l’aeroporto di Pisa.

Se le opere previste devono essere realizzate velocemente, lo stesso dicasi per l’attenzione da dedicare a nuovi progetti. Ciò anche in prospettiva dell’auspicato dedicato “enorme” piano europeo. A tal proposito, è importante realizzare piani di fattibilità riguardanti una serie di idee progettuali quali ad esempio: la FI-PI-LI ferroviaria per abbattere gli attuali tempi di percorrenza (dal centro di Livorno a quello di Firenze ci vogliono circa due ore, più del doppio rispetto ai tempi di percorrenza da Pisa e Bologna), l’Alta Velocità tirrenica (in una situazione di quasi collasso della tratta Firenze-Roma), il percorso ciclistico/pedonale dell’Amore a Calafuria, le bonifiche SIN, i collegamenti su binari e fluviali di area vasta per favorire fra l’altro la mobilità sanitaria e turistica.

Italia Viva vede nella candidatura di Giani alla presidenza della Regione quelle capacità di attuare un piano shock, di cambiare passo: capacità che sono mancate a Rossi, ai consiglieri, deputati e ministri che si sono spesi nel tempo.

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Pubblicato il
15 Aprile 2020
Ultima modifica
20 Aprile 2020 - ora: 18:51

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