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Navigare attraverso le crisi del Covid e dei porti

ROMA – Navigare attraverso la crisi e l’incertezza del coronavirus: come possono aiutare i dati sul trasporto marittimo.

In un articolo di Jan Hoffmann, Hassiba Benamara, Daniel Hopp e Luisa Rodriguez, pubblicato nella Newsletter dell’UNCTAD e rilanciato in questi giorni dal notiziario di Confitarma, si sostiene che i dati sul trasporto marittimo possono aiutare i governi a navigare nelle acque incerte della crisi Covid-19. Analizzando i dati in tempo reale sul movimento delle navi, che trasportano l’80% delle merci scambiate a livello globale, i responsabili politici possono ottenere informazioni approfondite sulle tendenze di produzione e consumo.

I dati sulle spedizioni mostrano che la maggior parte delle aree produttive ha visto una certa ripresa a partire dal terzo trimestre del 2020, sia in numeri assoluti che rispetto ai livelli del 2019. Tuttavia, a livello globale, all’inizio di agosto gli scali portuali erano ancora del 3% al di sotto dei livelli del 2019. Il Nord America e l’Europa erano rispettivamente del 16,3% e del 13,2% al di sotto degli scali portuali del 2019. Il Sud-Est asiatico invece aveva quasi raggiunto i livelli dell’anno precedente (meno 0,5%), mentre gli scali portuali in Cina e Hong Kong avevano già superato i valori del 2019 di oltre il 4,1%.

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Tutto questo, nella proiezione nazionale italiana, è confermato dai risultati dei principali porti. In stretta sintesi: quelli che hanno relazioni marittime con il Far East e in particolare con la Cina hanno ripreso nettamente e – salvo eccezioni – stanno riavvicinandosi ai dati pre-crisi. Quelli che invece hanno relazioni attraverso l’Atlantico con i porti del Nord America stanno ancora soffrendo, per quanto ci siano eccezioni. La ripresina industriale italiana è confermata, sia pure su alcuni comparti. Alcuni indicatori parziali ma controllabili da vicino sembrano privilegiate le compagnie più dinamiche. Ad esempio, le portacontenitori di MSC operano bene, sia pure non totalmente “Full” sul terminal Lorenzini di Livorno, e già spesso a pieno carico su Gioia Tauro, che è in forte rilancio grazie anche agli interventi strutturali operati dalla stessa MSC da quando è subentrata nella gestione; e alle capacità del commissario ammiraglio Agostinelli che in cinque anni ha cambiato radicalmente – ovviamente in meglio – sia l’organizzazione interna che la redditività e le strutture. Un esempio, quello di Gioia Tauro (alla cui AdSP fanno capo anche ben altri otto scali dello stretto) che si spera apra la strada alla fine del commissariamento; e al riconoscimento del ruolo di presidente dell’attuale commissario, nel piano nazionale delle scadenze e dei rinnovi.

A.F.

 

Pubblicato il
16 Settembre 2020

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