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Azimut/Benetti, i bacini e le nuove sfide green

Marco Valle

LIVORNO – Il cambio, come noto, c’è stato poco meno di due mesi fa: l’ingegner Franco Fusignani, 75 anni, ha lasciato la responsabilità della divisione Benetti al dottor Marco Valle che mantenendo la responsabilità della divisione Azimut, ha assunto il ruolo di ceo di gruppo con piena responsabilità su entrambe le divisioni per una direzione integrata delle attività.

“A Marco Valle, entrato in azienda 25 anni fa, va il pieno supporto della famiglia Vitelli e del consiglio di amministrazione del Gruppo per questa nuova sfida – ha detto Paolo Vitelli, presidente di Azimut|Benetti Group – che saprà certamente cogliere con lo stesso spirito di successo che ha contraddistinto il suo operato, dapprima come responsabile commerciale di Azimut Yachts e, da 4 anni, come ceo della divisione Azimut”.

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Con Valle noi della Gazzetta Marittima abbiamo parlato in particolare delle nuove sfide che la Benetti sta affrontando: prima delle quali la rimessa in servizio del sistema bacini, dopo aver vinto la relativa gara dell’AdSP.

Dottor Valle, benvenuto a Livorno: e ha subito trovato davanti a sé un “piattino” non da poco, la gestione dei bacini di carenaggio.

“È un asset cui teniamo per la ulteriore crescita del nostro business, in particolare nel settore dei servizi ma non solo”.

Non ci si nasconde che si tratta di rimettere in funzione un bacino di oltre 300 metri in disuso da anni. Un rapporto RINA sosteneva, tempo fa, che occorreranno almeno 20 milioni di euro.

“Conosco quel rapporto e siamo consapevoli dell’impegno cospicuo. Ma il nostro gruppo ha le spalle forti, non ci preoccupa. Quando sarà formalizzato il risultato della gara ovviamente ne rispetteremo le clausole”.

La partecipazione al Salone Nautico di Genova con un vostro mega-yacht è stata una sorpresa, dopo anni d’assenza…

“Ha voluto essere anche un segnale di incoraggiamento a tutto il comparto e insieme la conferma della qualità del nostro lavoro in un confronto ad alto livello”.

L’esperienza dei giga-yacht al momento sembra in stand-by: tre giganti da oltre 100 metri costruiti, due venduti e uno ancora in trattative, si dice per i capricci dell’armatore che l’aveva ordinato e s’è tirato indietro…

“Le trattative potrebbero concludersi a breve, siamo fiduciosi dell’operazione. E l’esperienza ci è servita molto, anche per l’attuale produzione”.

Che però è orientata su dimensioni inferiori a quelli dei giga.

“L’attuale mercato internazionale ci chiede yacht tra i 50 e 60 metri e noi lavoriamo per il mercato. Abbiamo in costruzione 5 yacht di queste dimensioni, tutti ovviamente con i nostri alti standard”.

Come operate in tempi di Covid-19 , che non sembra siano ancora superati?

“Con il massimo dell’attenzione prima di tutto alla sicurezza: tutte le misure di prevenzione previste dalla legge sono implementate, il personale fa turni, i controlli sono costanti. Siamo consapevoli che i nostri lavoratori sono una delle principali risorse”.

Quanti sono oggi i vostri dipendenti i Benetti?

“Superano le mille unità, ma se consideriamo l’indotto, sempre di alta qualità, siano a oltre duemila lavoratori impegnati con noi nel territorio”.

Last but not least: si parla molto di “green deal”, motorizzazioni verdi, carburanti alternativi come il GNL e altro, sulla base degli accordi di Parigi.

“Noi seguiamo con ovvia attenzione ogni sviluppo in questo campo e abbiamo già adottato motori ibridi con la componente elettrica, sistemi di depurazione degli scarichi, massima protezione per l’ambiente. Il GNL al momento non si presterebbe per il nostro settore. Ma ci sono in arrivo anche altre alternative. I nostri clienti diventano sempre più giovani e sono molto responsabili, in genere, verso l’ambiente. Il che ci aiuta a dare loro il meglio”.

A.F.

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Pubblicato il
21 Ottobre 2020

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