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Il richiamo alla casalinga di Voghera

LIVORNO – Diciamoci la verità, sorbirsi una quarantina di pagine di linguaggio burocratico non è la massima aspirazione di tutti quelli che conosco, anche se obbligati per motivi di lavoro. Bene, io me le sono spupazzate per voi: ed ho riportato qui a fianco alcuni dei passaggi secondo me un po’ più legati ai fatti concreti. Se non volete subire il malloppo, almeno leggetevi quei passaggi, può darsi che in ambito di una logistica dell’ultimo miglio possano servirvi. Non voglio né posso – non mi considero capace – dare un giudizio di merito al lavoro del MIT e di ANCI.

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Meglio che abbiano tentato di dare una strategia, sia pure ad oggi più di parole che di atti, su una realtà che sta cambiando a ritmi incredibilmente veloci. Anche la “casalinga di Voghera” – per usare un’espressione contenuta nello stesso rapporto, mediata da Alberto Arbasino per indicare una comune casalinga di provincia – oggi sta diventando pratica sull’e-commerce e domani potrebbe tranquillamente aspettare alla finestra il delivery da parte di un drone volante. Bisogna renderci conto che se ai tempi dei vostri nonni – che erano i tempi anche miei – l’unico servizio a domicilio era quella dell’ambulante “ombrellaio & arrotino” (nei recessi della memoria mi ricordo ancora il suo grido quando passava in strada) oggi tutto va verso il portarvi a casa quanto avete ordinato, con la conseguenza di nuovi mestieri, nuove iniziative e nuove reti distributive. E piazze e strade (ma anche negozi) più vuoti.

Al limite – è un paradosso, ovviamente – potremmo anche non dover più uscire di casa. E mi torna in mente a proposito la battuta di un commentatore statunitense quando, decenni fa, uscirono le prime auto con il cambio automatico, che abolivano il pedale della frizione. “Da ora in poi – ironizzava il collega – gli americani nasceranno con un piede solo, visto che il sinistro non servirà più”. Andava bene come battuta, come l’ipotizzare un’umanità di tutti stoppinati in casa davanti alla TV, con i cieli urbani solcati da droni svolazzanti a consegnare pizze e magari anche pacchetti di marijuana. Non c’è limite al peggio, sosteneva un poeta; ma grazie al cielo non ci siamo ancora arrivati, sebbene sia utile e necessario dare un’occhiata anche a quello che MIT e ANCI ipotizzano.

Antonio Fulvi

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Pubblicato il
23 Gennaio 2021
Ultima modifica
25 Gennaio 2021 - ora: 16:24

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