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Delivery, così la gomma soffre

Luca Cipriani

LIVORNO – Delivery” è la parola magica d’oggi: anzi, più che magica, è la croce e delizia dell’intera catena logistica, che a sua volta è il motore della ricchezza orata e distribuita. Parole grosse? Certo, ma che sottolineano come il trasporto merci, in mare e in terra, stia attraversando un momento difficile, nel quale si vedono le differenze tra chi funziona e chi s’arrabatta.

Ne parliamo con Luca Cipriani, direttore della cooperativa di trasporti CORA, una delle più strutturate a Livorno con 120 soci e mezzi pesanti tutti di ultima generazione euro 6 e vent’anni di esperienza.

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Direttore, nel delivery siamo in emergenza continua anche oggi: costi del gasolio, concorrenza straniera, ferrovie, autisti che non si trovano, Covid…

“Sono tutti problemi reali, e posso aggiungercene un altro, forse ancora più impegnativo: la concentrazione dei traffici sulle navi, sempre più concentrati e sempre più su navi grandi. Il che significa che ci sono giornate di picco di richieste e giornate totalmente vuote, il che non è facile da gestire. È diventato difficile “spalmare” il lavoro in modo da poter operare con una programmazione efficiente. Se a questo si aggiunge il fatto che recepire nuovi autisti è quasi impossibile, il quadro è completo”.

Perchè non si trovano autisti, in una realtà in cui tanti giovani non hanno lavoro e la retribuzione non è male?

“Il discorso è complesso, perché fare un buon autista di mezzi pesanti oggi richiede un investimento notevole: per la formazione, per il mezzo, per il tempo: e il mestiere è pesante, sia per i tempi da passare in viaggio, sia per lo stress. La realtà è che manca un afflusso giovani, non v’è il necessario ricambio generazionale. Anche da noi l’età media di un autista supera i 50 anni…”

“Non è una bella situazione, anche perché del TIR ci sarà sempre bisogno, malgrado si spinga molto a livello politico-ambientale sul treno…

“Il treno è una soluzione sulle lunghe distanze, ma il camion sarà sempre necessario anche per certe direttrici che il treno non potrà mai percorrere. Per la sua duttilità, per il fatto che può infilarsi ovunque, il mezzo ruotato non tramonterà mai, anche se potrà cambiare nel tempo sulla sua tipologia”.

Per esempio con le soluzioni “green”, ovvero con i carburanti non inquinanti?

“Anche su questo punto ci sarebbe molto da dire. Per esempio gli incentivi all’acquisto di mezzi a metano GNL hanno interessato in particolare i colossi del trasporto su gomma, forse più che altro per motivi “politici”, ma al nostro livello hanno funzionato e funzionano poco perché non c’è la convenienza. Mancano i punti di rifornimento dei carburanti, i mezzi stessi sono costosi e poi rimangono i dubbi sull’effettiva riduzione dell’inquinamento: il solo smaltimento delle batterie basterebbe a far riflettere. Noi abbiamo mezzi modernissimi, tutti di ultima generazione, ma con motorizzazioni a gasolio. Il che crea a sua volta altri problemi, sia chiaro”.

Per esempio?

“Per esempio il costo del carburante che nel 2021 è andato alle stelle e non sembra possa calare a breve. Poi mancano anche i mezzi: ad oggi se ridiamo un TEU dobbiamo prevedere che ci sarà consegnato tra 6/8 mesi perché la produzione è stata rallentata da mancanza di componentistica. Vogliamo aggiungere altri temi? L’ho accennato in apertura: le autostrade hanno aumentato i pedaggi, le regole anti-Covid lasciano aperti spiragli alla concorrenza straniera, sui porti ci sono perdite di tempo per la concentrazione dei traffici navali…

Si possono intravedere soluzioni a breve scadenza sui problemi che ci ha accennato?

“Non dipendono da noi e ad essere obiettivi le soluzioni non sono nemmeno facili. La catena logistica è fatta di tanti anelli e se uno di questi entra in crisi ne risentono anche gli altri. Noi oggi siamo un anello con molte difficoltà, ma teniamo duro con la forza di volontà e l’impegno personale. Ma se non arriveranno presto i giovani l’anello rischia grosso”.

A.F.

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Pubblicato il
19 Gennaio 2022

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