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I ponti dei sospiri

LIVORNO – Non sappia la mano destra cosa fa quella di sinistra: e viceversa. Sembra essere il motto delle istituzioni territoriali che dovrebbero collaborare per gli interventi sulle strutture pubbliche, spesso nodi delicatissimi della logistica. Invece l’ente regionale che soprintende ai lavori stradali dell’area del Calambrone ha appaltato i lavori di manutenzione al ponte levatoio sulla sfociata del Canale dei Navicelli in Darsena Toscana, senza nemmeno avvertire – cose è risultato nella recente commissione consultiva dell’AdSP – la stessa Autorità. Competenze diverse, non complementari? Enrico Bonistalli, operatore marittimo e spesso spirito critico sopra le parti, avvertendo della cosa palazzo Rosciano, ha anche sottolineato che i lavori prevedono di mantenere aperte per giornate intere – durata prevista circa 3 mesi – le famigerate porte vinciane. Conseguenza: in caso di piena dello Scolmatore dell’Arno e dei Navicelli (piene prevedibili perché alla stagione secca seguirà certamente a breve un sovraccarico di piogge) la Darsena Toscana sarà di nuovo riempita di fango.

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Già adesso dove sfociano i due canali il fondo non arriverebbe a 4 metri, su una regola per la Darsena che prevede almeno 11 metri.

Cronache di un disastro annunciato?

Con l’ovvio interrogativo all’AdSP: possibile che non si riesca davvero a risolvere lo storico nodo del Calambrone con il tombare lo sbocco in Darsena, l’apertura della foce a mare e la “liberazione” senza ostacoli dei traffici pisani?

È possibile che nella soluzione proposta e cincischiata da anni, si punti su un rimedio peggiore del male, cioè a rendere levatoio il ponte stradale verso Tirrenia, invece di spostarlo definitivamente più a monte, dove sarebbe possibile farlo con un’altezza compatibile ai traffici pisani e senza alcuna interruzione dei flussi?

Il ponte “Bonistalli”, come ormai lo chiamano tra il serio e il faceto, è poi davvero così difficile da capire e specialmente da realizzare?

A.F.

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Pubblicato il
2 Febbraio 2022

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