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Piombino, perché no al rigassificatore?

Nell’immagine: Piombino com’è disegnata dalla pianificazione dell’AdSP.

Il dibattito ha coinvolto giornali locali, web e lo stesso governo:

visto che l’Italia ha drammaticamente bisogno di rigassificatori, perché a Piombino, porto baricentro e con molti spazi, non lo vogliono?

Se lo chiede un lettore livornese, Franco Chiesa, con una nota che riassumiamo:

Ho paura che ci risiamo: quando fu proposto il rigassificatore galleggiante della OLT al largo della costa livornese, ci fu una vera e propria campagna di opposizione, della quale restano ancora tante scritte sui muri. Oggi quella nave che nemmeno si vede all’orizzonte è preziosa per sostituire il gas russo, ma certo non basta.

L’Italia sta comprandone altre, ma sembra che posizionarle sia di nuovo combattere contro chi non accetta il bene comune. Mi sembra che la stessa Autorità Portuale faccia il pesce in barile…

*

Non c’è mai niente di nuovo sotto il sole su questi temi: ricordiamoci le furibonde battaglie anche per la TAP, il gasdotto in Puglia che sembrava dovesse creare sfracelli: eccetera.

Sul rigassficatore galleggiante dentro il porto di Piombino però i dubbi guardano proprio il posizionamento non al largo, ma in banchina: il che cambia molto. 

Significa mettere una grande nave fissa, ed avere una nave di rifornimento quasi altrettanto fissa ciclicamente, con il blocco, o almeno disagi, per tutte le altre. Inoltre intorno ai rigassificatori sono previste aree di rispetto importanti, dove addirittura gli operatori devono lasciare fuori telefonini ed altri apparati elettrici.

Insomma, non è una cosa banale.

Quello che sorprende semmai è che fuori da Piombino non se ne parli: e i fatti procedono perché il decreto legge relativo l’art. 4 stabilisce che sarà nominato un commissario ad ACTA che deciderà al di sopra di ogni altra autorità. Compresa Regione, Comune e AdSP. Insomma: qualche perplessità pare più che lecita.

Pubblicato il
25 Maggio 2022
Ultima modifica
9 Settembre 2022 - ora: 12:00

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