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Monitoraggi o un mare di parole?

LIVORNO – Il progetto è finanziato dall’Unione Europea. Si chiama Momar (acronimo di Monitoraggio Marittimo) e coinvolge quattro regioni: Toscana (capofila), Liguria, Sardegna e Corsica.


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Il punto sullo stato dell’arte del progetto è stato fatto lunedì scorso al LEM nel palazzo dei portuali, alla presenza di un centinaio di studenti delle medie superiori. Dovevano aprire i lavori il sindaco di Livorno Sandro Cosimi e l’assessore alla promozione dei saperi Giovanna Colombini: che hanno dato buca all’avvio, impegnati in consiglio comunale. Ha introdotto l’avvocato Giovanni Bagno della fondazione Lem, per dare poi il via alle relazioni tecniche: la professoressa Virginia Messerini (associato di diritto pubblico all’università di Pisa) sulla gestione e tutela integrata delle coste e relativi profili giuridici, il dottor Corrado Barghigiani del Cibm, il dottor Bernando Gozzini del Lamma (laboratorio di meteorologia modellistica) e la dottoressa Eleonora Arianna Buti di Plural.

Relazioni tecniche, per alcuni aspetti anche impegnative, che però hanno dato seguito a una breve vivacizzazione dell’ambiente con gli interventi degli studenti e la successiva tavola rotonda coordinata dal presidente del Plural (Centro studi europeo) Paolo Parrini.

Difficile riassumere il convegno nei suoi valori. Come spesso accade, questi progetti europei si prolungano nel tempo con una predominante dedicata alle relazioni tecnico-scientifiche e giuridiche che possono però apparire eccessivamente distanti dalle realtà. Tant’è che sui monitoraggi veri e propri si sovrappongono iniziative di vari settori, enti o istituzioni, che non sempre si confrontano: con il rischio palese di procedere per binari paralleli sempre sulle stesse tematiche. Spendendo risorse pubbliche (europee e non solo) che forse potrebbero dare risultati maggiori calate direttamente sull’operativo.

Dal Momar comunque sono arrivati anche elementi concreti e indicazioni non solo platoniche sul da farsi. Importante l’interesse degli studenti, molti dei quali davvero coinvolti (e non solo intervenuti per “bigiare” una giornata di lezioni). E qualcuno ha anche rilevato che nelle priorità della politica (nazionale e anche locale) si intravedono poche priorità in questo ettore. Impressione sbagliata?

A.F.

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Pubblicato il
14 Marzo 2012

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