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La patria del diritto e del rovescio

LIVORNO – Vabbè, diciamo che la circolare Caliendo qui a fianco potrebbe sembrare la certificazione dell’ovvio: dove si paga una concessione all’Autorità per legge delegata a definirla, non si deve pagarne un’altra aggiuntiva, peraltro in base a una legge generale che non contempla il caso specifico. Se anche il direttore generale Caliendo, noto per muoversi con estrema prudenza nel ginepraio delle leggi nazionali, ha preso carta e penna per sostenerlo, vuol dire che si è andati sul facile.


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Tutto risolto dunque? Eh no: nella patria del diritto (e del rovescio, come scriveva Montanelli) sarebbe troppo facile. Le Regioni potrebbero infatti rispondere, in base al dettato costituzionale che ha conferito loro svariati poteri, che lo Stato non deve ficcare il naso nelle loro decisioni. Ovvero, che non sono competenze di Caliendo, né del suo ministero, e nemmeno di quello delle Finanze. Semmai la faccenda potrebbe (o dovrebbe, secondo noi) essere affrontata in una apposita sede degli incontri Stato-Regioni. E avrebbe dovuto già avvenire.

Ovviamente tra Stato e Regioni s’è parlato di tutto, meno che di certe cose fondamentali per l’economia reale. Per cui rimangono in piedi tutti i ricorsi alle commissioni tributarie regionali, con le conseguenti complicazioni e incertezze: gli avvocati fanno il loro lavoro,  i concessionari “minacciati” di doppia imposizione non possono che ricorrere ed aspettare mordendosi le mani dalla rabbia (provate voi a lavorare in tempi così difficili avendo sulla testa anche la spada di Damocle di una nuova grandinata di spese improduttive, che aprono per di più la strada al recupero delle stesse per gli anni successivi), le Autorità portuali fanno il pesce in barile o quasi.

Non ci resta, a questo punto, di aspettare che le varie commissioni tributarie si pronuncino. Non essendo peraltro nemmeno scongiurato il pericolo che quella della Toscana (per esempio) si pronunci in modo diverso da quella delle Marche, aumentando ancora la confusione, gli squilibri, e le relative incazzature. Ma a quanto pare, tra le “paccate” di semplificazioni che tutte le istituzioni ci promettono da anni, quelle più semplici e più importanti – cioè gli ambiti di competenza, chiari e senza dubbi – non sono contemplate. Eppure, da un governo di tecnici non sarebbe logico aspettarsi qualche seria e chiara semplificazione tecnica?

A.F.

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Pubblicato il
21 Marzo 2012

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