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Sistemi portuali e Regioni

GENOVA –  Il “sistema” dei porti liguri sembra deciso a mostrare i denti. E a dare una regolata all’associazione che fino a ieri si era assunta il ruolo di non scatenare guerre fratricide tra i porti nazionali, l’Assoporti di Francesco Nerli.

Che Assoporti sta subendo un’offensiva centrifuga non è notizia di oggi: e che i liguri abbiano sempre snobbato – o comunque considerato con sufficienza – le linee direttive dell’associazione è altrettanto noto. Ma adesso c’è di più: e l’ha dichiarato papale papale Lorenzo Forcieri, presidente della Port Authority spezzina, nel recente convegno con il ministro Matteoli sul nuovo “sistema logistico” della Liguria. Con due annunci eclatanti: il primo che la ripresa dei traffici è partita; il secondo che l’arco ligure dei porti intende crescere con forza, anche a scapito degli altri scali italiani. Se si aggiunge a questo encomiabile sforzo di darsi da fare anche l’altra iniziativa “aspellare” dei porti dell’Alto Adriatico, fondata non tanto su impossibili sforzi finanziari dello Stato ma da project-financing legati a noti gruppi bancari, si ha un quadro assai chiaro su quello che bolle in pentola. In sostanza: la ripresa è partita, i tassi di incremento dei traffici  containers sono in crescita: e allora diamoci da fare sul concreto perché chi perde il treno è davvero destinato a scomparire.

Forcieri è uscito allo scoperto, ma anche Merlo – presidente di Genova – sembra abbastanza d’accordo su un “super-sistema” ligure che vada a pescare traffici nell’Emilia-Romagna, Toscana, parte della Lombardia eccetera. Insomma, sulla stessa riserva di pesca dei porti toscani.

E’ bene, è male? Dipende da come si intende. La concorrenza tra porti, anche se tutti giurano di guardare solo a quella con gli scali esteri, è esistita, esiste e continuerà. Si tratta di capire se sarà fatta ad armi pari o se la regionalizzazione delle competenze – il cosidetto federalismo – metterà in ballo anche le regioni. E non c’è dubbio, ad esempio che ci siano Regioni più aperte al mare e Regioni meno. La Liguria può insegnare molto. Ma sta anche alle altre imparare. E presto, perché davvero non c’è tempo da perdere.

A.F.

Pubblicato il
29 Maggio 2010

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