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Il giro del mondo “solare”

AMBURGO – E’ sceso in acqua da qualche settimana e sta finendo i collaudi. Perché l’impresa che si accinge a compiere rimarrà negli annali della navigazione da diporto: il primo giro del mondo senza scalo esclusivamente grazie all’energia elettrica fornita dal sole. Il “Solar Planet”, così si chiama questo straordinario catamarano di quasi 32 metri di lunghezza e con 500 metri quadri di pannelli solari orientabili, intende dimostrare che l’alimentazione elettrica di cui tanto si parla di questi tempi per le auto ed anche per gli aerei leggeri, può essere un’opzione di domani anche per la nautica.

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Largo 15 metri, alto 6,10 metri, con il pescaggio di soli 1,50 metri grazie a due “gondole” che formano il suo scafo a catamarano e contengono sia motori che batterie, il “Solar Planet” è stato costruito in Germania a Kiel, 90 km da Amburgo dal cantiere Knierim Yachbau e a maggio dovrebbe partire per la grande avventura. Il suo skipper, Raphael Domjan, è già impegnatissimo nei collaudi del sofisticato sistema di orientamento dei pannelli solari, necessario per trarre il massimo dall’irradiazione solare in ogni ora del giorno. Grazie a un sistema computerizzato comandato da un apposito algoritmo, Domjan conta di avere energia sufficiente anche per navigare di notte, sia pure a velocità inferiore.

Come in tutte le imprese, c’è una componente importante di avventura, ma una altrettanto importante di pionierismo scientifico. Perché se già oggi sono offerti in tutto il mondo – e nel Mediterraneo e nei Caraibi in particolare, grazie alla forte insolazione – modelli di yacht che abbinano alla propulsione tradizionale una o più motorizzazioni elettriche (per entrare e uscire dai porti senza inquinare, per navigare nei parchi marini, eccetera) la propulsione esclusivamente elettrica è considerata roba da domani, anzi dopodomani. Come peraltro per le auto, dove ci si limita da qualche tempo ai soli modelli destinati alle città, da ricaricare ad apposite colonnine. “Solar Planet” tenta invece la strada della piena autonomia, grazie al sole e ai suoi pannelli. Per le tecnologie di domani, ovviamente. Ma qualcuno prima o poi ci doveva provare.

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Pubblicato il
1 Dicembre 2010

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