Ennesimo siluro ai porti le discrasie sulla sicurezza
Occorre l’armonizzazione delle norme entro il 15 maggio meglio se nel “Milleproroghe”
MILANO – Secondo Assologistica è reale e concreta la possibilità che dal 16 maggio prossimo si blocchino le attività nei porti italiani e che successivamente, dopo gli avvenuti adeguamenti organizzativi e di formazione del personale che richiederanno tempo e risorse, le operazioni di carico e scarico nei porti nazionali siano rallentate, meno competitive e più costose che negli altri porti europei. Sarà anche l’ultimo colpo ai porti di transhipment che competono con il Nord Africa.
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Assologistica è certa che queste saranno le conseguenze del mancato coordinamento tra le disposizioni generali in materia di sicurezza sul lavoro (D. Lgs. 81/2008) e il D. Lgs. 272/99 sulla sicurezza e salute dei lavoratori nell’ambito delle operazioni e servizi portuali. Dopo il rinnovo della normativa generale avvenuto nel 2008, come specificamente previsto dal Testo Unico, la 272/99 vi avrebbe dovuto essere armonizzata entro il 15 maggio 2011.
Questo non è ancora avvenuto nè sta avvenendo, e dunque dal 16 maggio – dice Assologistica – come previsto dalle disposizioni generali, essa risulterà automaticamente abrogata, e alle attività portuali italiane si dovrà applicare la normativa generale, che non contempla in alcun modo le specifiche e peculiari caratteristiche infrastrutturali, strutturali ed organizzative delle attività portuali.
Dal 16 maggio per ogni nave che scalerà un porto italiano dovrà essere fatta una specifica valutazione del rischio e le operazioni portuali potranno iniziare solo dopo una lunga trafila burocratica.
La bozza dello schema di regolamento per la modifica del D.Lgs 272/99 e la sua armonizzazione con le norme dell’81/2008 è stata definita sin dall’aprile 2010 con il coinvolgimento, promosso dalla direzione generale dei porti del ministero delle Infrastrutture e Trasporti, di tutte le parti interessate comprese le organizzazioni sindacali.
Assologistica chiede che si provveda immediatamente ad inserirne il decreto nel “Milleproroghe“, per evitare conseguenze catastrofiche sull’economia e sulla logistica delle merci originate, destinate, in transito o trasbordate nel nostro paese e movimentate dai porti italiani in centinaia di milioni di tonnellate all’anno.
L’approvazione dello Schema di Regolamento è senza oneri per lo Stato ed evita pesanti conseguenze sull’economia nazionale – imprese esportatrici, importatrici e consumatori – che sarebbero assai più gravi di quelle del, più volte minacciato, blocco dell’autotrasporto. E ancora una volta sui porti ci si interroga sui continui “cedimenti” dei vari governi alle richieste dell’autotrasporto contro il totale disinteresse verso i problemi più grandi ed urgenti del “cluster” portuale.
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