Nelle Authority tre problemini di successione
ROMA – Bisognerà anche capirli, alla fine. Le batoste elettorali delle amministrative, la sorda guerra interna alla maggioranza per cercare nuovi assetti e nuovi leaders, e l’atmosfera da Cupio Dissolvi che caratterizza le ultime uscite relative al Cavaliere, probabilmente sta distraendo chi governa dai problemi urgenti dei porti. E del loro assetto prossimo futuro. La riforma della riforma? Può attendere. Le nomine nelle Authority in scadenza o scadute? Come avete visto, le commissioni parlamentari cincinschiano, rimandano, e solo all’ultimo si decidono.
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In questo quadro, ci sono due problemini se vogliamo piccoli piccoli, ma che hanno anch’essi la loro valenza. Il primo riguarda Piombino: la vittoria dell’avvocato Paola Mancuso a sindaco di Rio Marina ha aperto una diatriba sulla possibilità che mantenga anche la carica di segretario generale della Port Authority. Luciano Guerrieri, presidente della stessa, sostiene che sia possibile. Ma la politica ha fame di poltrone, e di questi tempi averne due sotto il pur pregevole didietro di una sola persona è un lusso.
Altro problemino, l’approssimarsi della scadenza del secondo mandato di Luigi Guccinelli, apprezzato presidente (ma non riconfermabile) dell’Authority di Carrara. Guccinelli ha lavorato molto in silenzio ed ha fatto quello che ha potuto. La sua successione non sembra facile anche perché già oggi circolano molti (forse troppi) nomi di possibili candidati. Tra i quali anche due pezzi da novanta: l’ex direttore della Camera di Commercio di Lucca Alberto Ravecca, oggi pensionato e consulente di alto bordo, e l’ex amministratore delegato (carrarino doc) del terminal Contship di Livorno Leonardo Martini, oggi riciclato dal gruppo Contship a La Spezia. Guccinelli scade alla fine dell’estate, ma la macchina delle istituzioni che dovranno designare la terna è già in moto. Ed è probabile che a breve escano allo scoperto le prime indicazioni.
Ci sarebbe, nel mondo della portualità nazionale, anche il terzo problemino, quello legato ai vertici di Assoporti, con la fronda dichiarata – e oggi un po’ attenuata dai suddetti problemi della politica nazionale – nei confronti del presidente Francesco Nerli. Qui le scuole di pensiero tra i contrari a Nerli si stanno confrontando: e c’è chi pensa che a questo punto potrebbe essere meno impegnativo e più prudente far arrivare Nerli alla naturale scadenza del mandato, a fine estate, per convincerlo “con le buone” a farsi da parte. Della serie, proviamoci a proporlo e vediamo che succede.
Antonio Fulvi
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