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Gioia Tauro propone il rilancio anche come zona franca portuale

Due giorni di “porte aperte” ai principali operatori della logistica, con tutte le indicazioni sulle opportunità anche retroportuali – I limiti da superare sono i collegamenti su ferro, ma già previsti interventi con un hub dedicato – Tutte le speranze per uno sportello unico delle dogane

Nella foto: (da sinistra) il presidente dell’Autorità Portuale di Gioia Tauro Giovanni Grimaldi, il presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, la sua vice Antonella Stasi e il sottosegretario alle Infrastrutture Aurelio Misiti.

GIOIA TAURO – La Regione Calabria, con la collaborazione di Assologistica, ha recentemente organizzato un incontro (il primo di una serie prevista) con oltre 30 manager di grandi realtà economiche per illustrare le proposte e gli incentivi finalizzati a loro possibili investimenti sulla zona del retroporto di Gioia Tauro. Nelle due intense giornate i manager hanno potuto incontrare i massimi vertici della giunta regionale il presidente Giuseppe Scopelliti e la sua vice Antonella Stasi, il presidente dell’Autorità portuale Giovanni Grimaldi, il sottosegretario alle infrastrutture Aurelio Misiti oltre ad altri rappresentanti di enti ed istituzioni. A tutti gli ospiti è stato fornito un ampio quadro delle opportunità che sono loro offerte.

La sensazione,  poi confermata all’unanimità in conclusione di evento, è quella che questa giunta regionale anagraficamente giovane e con un solo anno di attività alle spalle, sia  intenzionata a dare una svolta alla situazione attuale con vero entusiasmo e con metodi nuovi e diretti. “La  Calabria vuole cambiare e vuole parlare di porto, di sviluppo, di cultura, di turismo.

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I piazzali del porto di Gioia Tauro

Grandi attività possono nascere intorno a quello che per noi rappresenta un gioiello: il porto di Gioia Tauro. Esso è un transfer di sviluppo per l’intera regione e per l’Italia; ci rendiamo conto di averlo finora sottovalutato ma da oggi ce la metteremo tutta per cambiare le cose” ha esordito la vice presidente Stasi al momento dei saluti a Palazzo Campanella, sede del Consiglio Regionale della Calabria. Nella “due giorni” si sono succeduti incontri, conferenze, tavole rotonde intervallati da visite alle bellezze di Reggio Calabria e del porto di Gioia Tauro.

Il porto di Gioia Tauro è già attrezzato per le navi di nuova generazione che trasportano fino a 15000 teus e, nonostante l’abbandono recente di Maersk, intende portare avanti la sua tradizione di porto di transhipment. In parallelo però ha posto l’accento sul suo retroporto, una superficie che si estende per circa 86 ettari e che ha il vantaggio di essere zona franca di tipo II, non necessita quindi di recinzioni ed ha controlli doganali semplificati attraverso il sistema della contabilità-materie del deposito doganale oltre agli altri benefici. Una situazione di partenza già favorevole che, nei piani della Regione, sarà supportata offrendo le condizioni ottimali per l’insediamento di grandi operatori logistici e industriali nazionali ed internazionali attraverso la messa in funzione di un vero porto intermodale. Un’occasione costruita all’interno dell’Accordo di Programma Quadro per il porto di Gioia Tauro datato settembre 2010 che ha un valore complessivo di 459,9 milioni di euro di cui 55 sono così suddivisi: 25 per i contratti di investimento, 25 di contributi in conto capitale e 5  per incentivi finalizzati alla riduzione energetica.

“La nostra Regione rappresenta un ponte fra est e ovest nei traffici internazionali e vorremmo che diventasse sempre più un punto di riferimento in questo senso. Gioia Tauro con i suoi 60 collegamenti regolari con porti del Mediterraneo e del Mar Nero e gli 80 collegamenti con porti extra-Mediterraneo – ha detto la Stasi durante la conferenza stampa – ha inoltre il vantaggio della posizione equidistante fra nord e sud e quello di essere collegato con il continente. Il problema ad oggi è rappresentato dagli insufficienti collegamenti su ferrovia e strada e questa è la grande sfida che vogliamo affrontare; un punto di partenza questo per le politiche di vantaggio a cui la Regione sta lavorando”.

Potenzialmente Gioia Tauro potrebbe essere utilizzata per traffici fino a 200 mila teus/anno mentre attualmente viene utilizzata per soli 10 mila teus. Con la realizzazione del gateway ferroviario (che andrà a bando entro settembre) si supererebbe di oltre 110 mila teus quello che è il potenziale massimo del sud Italia portandolo a 700 mila teus. Grazie alla  posizione baricentrica di Gioia Tauro si ipotizza un hub di smistamento ferroviario che opera in un raggio di circa 450 km nella cui area verranno trasportati sia i contanainers che le unità di trasporto terrestre come casse mobili, semirimorchi etc..  L’ incentivazione dell’utilizzo del sistema ferroviario viene rivolta non solo agli operatori pubblici ma anche ai privati ed è il primo degli elementi portanti che la Regione vuole mettere a disposizione nel “pacchetto Gioia Tauro” oltre  agli incentivi alle imprese di cui già sopra riferito ed altri quali l’azzeramento dell’IRAP per le nuove attività, la “burocrazia zero” che consentirà di concludere i procedimenti in 30 giorni  e la riduzione dei costi salariali del 50% per 12 mesi successivi all’assunzione. Prevista inoltre la realizzazione di 3 capannoni di 50 mila mq ciascuno: l’Autorità Portuale si è già impegnata a contribuire con risorse proprie alla realizzazione di uno di questi capannoni che si prevede sarà pronto ed a disposizione degli operatori fra un anno e mezzo a condizioni competitive rispetto agli altri porti. Altro importante aiuto sarà dato dalle Dogane con l’apertura del primo sportello unico doganale (la cui sperimentazione è prevista a breve),  con la remotizzazione e telematizzazione degli uffici doganali grazie ad un precleening che velocizzerà e seguirà con più sicurezza la documentazione per materializzarla prima ancora dell’arrivo della nave in porto. Ulteriore garanzia da parte dell’Autorità Portuale è quella della realizzazione della banda larga a vantaggio di tutte le realtà operanti all’interno della zona portuale. Infine con la prefettura c’è già la disponibilità a realizzare un protocollo per aumentare la legalità e la sicurezza sul porto, sugli investimenti futuri, e con i sindacati sono stati presi accordi sulla flessibilità dei contratti di lavoro. Un obiettivo quasi raggiunto è quello della riduzione delle accise, in accordo con altri porti di transhipment quali Cagliari e Taranto, oltre a quello già raggiunto della riduzione delle spese di ancoraggio.

Nella foto: (da sinistra) Nereo Marcucci, Giovanni Grimaldi e Salvatore Silvestri.

Da parte del sottosegretario Misiti l’impegno di sostenere il programma fino al raggiungimento degli obiettivi della Regione. Per non ripetere gli errori del passato saranno concessi aiuti alle aziende che opereranno attivamente sul territorio grazie al credito di impresa e non più con il contributo all’imprenditore. Due grandi obiettivi: attirare gli operatori di logistica con gli incentivi ma anche con un minor costo operativo generale grazie alla riduzione dei tempi dovuta ai miglioramenti ed alle innovazioni prima elencate ed attirare gli industriali offrendo la zona franca portuale come base per completare le proprie operazioni e mantenere il marchio Made In Italy.

In conclusione: il bilancio dell’incontro è stato definito positivo dai vertici della Regione ma anche dagli operatori; una quindicina dei trenta presenti si sono già definiti interessati ad hanno in programma incontri successivi. Nel carnet della vicepresidente Stasi inoltre ci sono già incontri programmati con ben 120 degli oltre 250 associati di Assologistica che, in questo appuntamento, era rappresentata in persona dal presidente Nereo Marcucci.

Cinzia Garofoli

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Pubblicato il
18 Giugno 2011

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