Una ferrovia alternativa a Suez e la rotta Artica contro Panama
Gli israeliani pensano a treni merci velocissimi tra il Mar Rosso e Haifa: e c’è chi parla di finanziamenti anche dalla Cina – Il “pericolo” del passaggio a Nord Ovest
HAIFA – La sfida è di quelle che ciclicamente si ripresentano: e come fu allora per quella del canale sotto la Manica, sembra destinata a navigare tra molti scetticismi e solo pochi (e interessati) entusiasmi. E’ la sfida lanciata da Israele in questi giorni per una ferrovia alternativa al canale di Suez, dedicata a treni-blocco pressoché continui che dovrebbero trasferire decine di migliaia di Teu’s tra i porti israeliani del Mediterraneo (Ashdod ed Haifa) e quelli del Mar Rosso, Eilat ed eventualmente Aqaba (Giordania). E viceversa.
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Il “must” del servizio ferroviario, che secondo gli israeliani dovrebbe costare solo il 15% in più del transito attraverso il canale di Suez, sarà la velocità: i 350 km che separano i porti israeliani del Mediterraneo da quelli del Mar Rosso, sarebbero percorsi dai treni blocco in due ore, contro una o due giornate occorrenti ad attraversare il canale. Ci sarebbe, è vero, una doppia rottura di carico: per sbarcare i contenitori da una parte e ricaricarli sui treni, e per fare l’inverso dall’altra parte. Ma con i moderni sistemi automatizzati, una nave da 10 mila Teu’s potrebbe essere sbarcata (e poi reimbarcata) in tempi ancora concorrenziali rispetto all’attraversamento del canale.
C’è poi anche un aspetto politico del progetto: quello di liberare i traffici marittimi tra il Mediterraneo (ma anche il Nord Europa) dagli eventuali ricatti di chiusura del canale di Suez, che con l’attuale deriva integralista dell’Egitto molti cominciano a temere. E poi la concorrenza tra due sistemi non può che far bene: sul piano dei costi, sul piano dei tempi e sul piano delle alternative.
A preoccupare semmai può essere la notizia – per adesso solo sussurrata – che alla ferrovia israeliana sarebbe interessata molto anche e specialmente la Cina; che si sarebbe resa disponibile anche a finanziarne una quota, nel quadro della sua politica commerciale- espansionistica in corso non solo verso l’Europa mediterranea ma anche l’Africa magrebina.
Tutto ancora da valutare: ma la proposta del collegamento ferroviario Mediterraneo-Mar Rosso sembra poter equilibrare almeno in parte le preoccupazioni crescenti per l’apertura della rotta commerciale attraverso l’Artico, che evitando il canale di Panama e accorciando la traversata di giorni renderebbe il Mediterraneo un lago periferico rispetto ai grandi flussi dal Far East verso l’Europa.
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