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Lo spiraglio che potrebbe diventar breccia

BRUXELLES – Diciamocelo pure, sennò rischiamo di passare per citrulli: sui servizi portuali largamente intesi, cioè il rimorchio, il pilotaggio, l’ormeggio eccetera, c’è chi ci gira intorno da anni, sventolando l’aurea bandiera della liberalizzazione.

[hidepost]E l’incontro dei giorni scorsi a Bruxelles, dove si sono confrontate le lobby dei suddetti servizi con la commissione europea incaricata di sforbiciare & tagliare, non ha fatto altro che ribadire lo scontro tra due filosofie incompatibili: quella del liberismo Uber Alles e quella di chi difende lo Status Quo appellandosi in particolare alla specializzazione e alla sicurezza.

Come sempre, quando i problemi sono di questa portata e coinvolgono economici tanto rilevanti, rischia di finire con il solito compromesso, che non soddisferebbe né l’una né l’altra fazione. C’è di più: sembra che nella riforma della legge 84/94 il problema sia stato affrontato (vedi il testo passato al Senato, formalmente all’unanimità ma con un lungo strascico di mugugni che stanno venendo fuori) affidando la regolamentazione dei servizi nei singoli porti non alle relative Autorità (marittime e portuali, ciascuna per la propria competenza) ma a un’unica entità centrale, nella fattispecie nel ministero. Con quello che alle Autorità (marittime e portuali) appare una specie di usurpazione di potere, per di più aggravato dalla ovvia carenza di conoscenze specifiche nelle singole realtà.

Al momento non siamo nella condizione di dare giudizi, visto che anche a Bruxelles non si è andati oltre una prima informativa con contraddittorio tra le parti. Ma appare chiaro che le Autorità portuali – a Bruxelles c’erano alcuni presidenti anche su delega di Assoporti, tra i quali Giuliano Gallanti – sembrano decise a rivendicare a se stesse un ruolo meno marginale dell’attuale sui servizi portuali. Tariffe di rimorchio, tariffe e unicità del pilotaggio, doveri e obbligatorietà (o meno) di entrambi i servizi, oggi sono gestiti tra le imprese interessate e l’Autorità marittima, che è giustamente delegata ai compiti della sicurezza. Ma ci si chiede: sono solo problemi di sicurezza quelli che determinano le attuali norme sui servizi portuali suddetti?

L’incontro a Bruxelles è stato il segnale che si è aperto uno spiraglio di riesame. Tutto da vedere poi se rimarrà uno spiraglio, o se le spallate – in particolare degli armatori – saranno davvero in grado di aprire una storica breccia.

Antonio Fulvi

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Pubblicato il
29 Settembre 2012

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