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Sul Corridoio cinque ultimo monito della UE

La crisi rischia di far sparire i fondi se continueranno i ritardi nelle scelte – Il ruolo di Trieste

BUDAPEST – Il Corridoio V è stato protagonista in questi giorni nella capitale ungherese per un confronto a tutto campo tra i paesi attraversati dal tracciato. E’ infatti da “Prospettive per il Corridoio V” organizzato in questi giorni a Budapest dalla Camera di Commercio Italiana per l’Ungheria, presieduta da Maurizio Sauli, nel suo ventesimo anniversario dalla fondazione, un monito ai Paesi europei.

[hidepost]A lanciarlo davanti all’ambasciatore d’Italia in Ungheria, Maria Assunta Accili, ma anche i rappresentanti governativi ungheresi e i responsabili delle tratte del Corridoio V dei Paesi attraversati, il coordinatore europeo Laurens Jan Brinkhorst nell’incontro a margine del convegno con Antonio Paoletti, presidente della Transpadana. Brinkhorst era a Budapest anche per incontrare un rappresentante del Governo sloveno e sollecita i Paesi coinvolti dal tracciato a trovare un accordo e presentare i progetti definitivi, perché «c’è il rischio concreto che in assenza di progetti definitivi i finanziamenti vengano dirottati verso altre infrastrutture».
La crisi economica riduce le risorse disponibili e implica urgenza negli investimenti.
Dal vertice del 3 dicembre prossimo tra il primo ministro italiano, Mario Monti e il presidente francese, Francois Hollande dovrà emergere la vera volontà sulla Lione – Torino. Paoletti ha assicurato a Brinkhorst il massimo impegno di Transpadana sul Governo italiano, chiedendo al coordinatore di sostenere in ambito comunitario «la proposta di Transpadana – ha detto Paoletti – che mira a riunire in un progetto europeo Interreg le istanze di un trasporto sostenibile ed ecologico all’interno delle principali Regioni attraversate dal futuro corridoio Mediterraneo Spagna-Ungheria.
Esiste uno specifico capitolo all’interno dei programmi di cooperazione europea Interreg IVC che mira alla creazione di strategie ambientali sostenibilii nel settore dei trasporti. Non appena l’Europa approverà lo schema della “Rete centrale” attualmente in discussione, Transpadana potrebbe farsi promotore di tale iniziativa con un progetto concreto che riguardi i territori spagnoli, francesi, italiani sloveni e ungheresi che vi vorranno aderire».
In chiusura dell’incontro con Paoletti, Brinkhorst, ha affermato come «Trieste potrebbe diventare proprio per la Trieste, Divaca, Lubiana, Budapest quello che Chambery è stato per la Lione-Torino».
Dal convegno è emerso quanto nessuno possa dubitare quanto le reti paneuropee siano fondamentali: gli uomini d’affari europei vivono in un’epoca in cui la crisi dovrebbe essere combattuta. L’infrastruttura fa parte del mercato: in crisi gli stati membri si rivolgono all’interno, non all’Europa.
Nel mercato asiatico cinesi, indiani, non attendono gli europei.
«Perché andiamo così lentamente? Non è solo questione di denaro. Serve la volontà politica – ha sottolineato Brinkhorst – in questo caso i finaziamenti ci sono, si trovano. Pensiamo all’Ungheria che ha perso 1,7 miliardi di euro sui 7 a sua disposizione che non sono stati neppure richiesti. Bisogna sensibilizzare i governi».
Su questo fronte Transpadana, attraverso il presidente Paoletti, ha assicurato un’azione ancora più incisiva affinché il Governo italiano si attivi per la definitiva realizzazione del corridoio Mediterraneo e quello Baltico-Adriatico, che tra l’altro, sono di fondamentale importanza per Trieste e tutto il Friuli Venezia Giulia, interessate dal loro attraversamento. Al contempo Paoletti ha chiesto a Brinkhorts di farsi parte attiva presso la commissione trasporti della UE per creare una procedura d’urgenza a favore degli Stati per consentire di accelerare la cantierabilità dei progetti. «Avere i miliardi fermi nelle casse europee è folle – ha chiuso Paoletti – perché potrebbero mettere in moto l’economia di tutto il Vecchio Continente».
“Il Corridoio 5, così come lo abbiamo inteso finora, è a una svolta”. Lo dichiara l’europarlamentare Debora Serracchiani, membro della commissione Trasporti.
Secondo Serracchiani “occorre dunque cominciare a guardare con occhi diversi e maggiore realismo al senso strategico di quest’opera, alla luce dei problemi finanziari soprattutto della Slovenia e dell’Ungheria, e alla luce degli interventi che l’Austria sta facendo sul Semmering. Bisogna ad esempio considerare che l’ingresso pieno della Croazia nella Ue il prossimo anno produrrà l’apertura di un vero mercato e nuove opportunità trasportistiche, nella direzione dell’Ungheria e del Danubio, della Serbia e della Russia, e – aggiunge – tenere conto di ciò nel tracciare i nuovi collegamenti, come ad esempio quello passante da Fiume, Zagabria e Budapest”.
“Il governo italiano avrebbe dovuto cogliere l’opportunità di questo incontro – conclude Serracchiani – a Budapest per indirizzare e rimarcare le nostre priorità nazionali”.

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Pubblicato il
6 Ottobre 2012

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