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Matteoli contro il Pot di Livorno: “Andrà rivisto” perché penalizzante

L’ex ministro livornese ha attaccato anche i finanziamenti del MPS alla Compagnia portuali

Altero Matteoli (a destra) in Camera di Commercio a Livorno.

LIVORNO – Quasi un ritorno del figliol prodigo, non più da ministro livornese per due legislature ma da candidato toscano al Senato per Berlusconi. Così Altero Matteoli lunedì scorso nella saletta Capraia della Camera di Commercio, ha affrontato i temi elettorali del suo partito, partendo dalle promesse sull’Imu.
Da politico navigato, Matteoli ha utilizzato tutta la sua esperienza di parlamentare con il (modesto) pubblico di aficionados. Ma il vero incontro l’aveva avuto poche ore prima all’hotel Palazzo, dove una importante rappresentanza di imprenditori portuali l’aveva accolto chiedendo interventi concreti sulla morta gora della portualità nazionale. Tra i presenti, Giorgio Neri, Nello D’Alesio, Enrico Bonistalli, Silvio Fremura: il gotha dello shipping livornese, peraltro non sempre schierato con il Pdl ma alla ricerca disperata di qualcosa o qualcuno per rivitalizzare la fiacca economia sulle banchine.
[hidepost]Sia in Camera di Commercio che al Palazzo, Matteoli ha anche risposto sulla imbarazzante (per il Pd) vicenda del Monte dei Paschi, ricordando i troppi sostegni alla sinistra toscana, compresi “gli interventi a sostegno della Compagnia portuali livornese, dove sono state finanziate le tessere ma non le capacità a fare davvero impresa”.
Dai temi nazionali ai temi locali, Matteoli ha fatto della crisi del porto il perno della sua critica. Ha detto, in particolare, che a difesa dei riparatori navali – praticamente estromessi dal porto con il nuovo piano operativo triennale dell’Authority – avrà nei prossimi giorni altri incontri con il settore. Ma che il rimedio principale non potrà che essere la modifica dello stesso Piano operativo triennale, “che cancella attività storiche” e non garantisce “le potenzialità dello scalo, in un clima di Dividi et impera distruttivo”. A chi gli ha ricordato che il Pot è stato approvato all’unanimità da tutte le categorie locali, compresi imprenditori, sindacati e istituzioni (meno la Cilp di Raugei) Matteoli ha risposto che “forse non si era capito bene quali conseguenze avrà”; e comunque “si può sbagliare anche all’unanimità”.
Altri temi locali sfiorati: il lotto zero dell’autostrada a sud della città (“Non si può fare perché, secondo i concessionari, troppo costoso; la crisi delle piccole imprese, cui il condono fiscale promesso da Berlusconi potrebbe dare ossigeno; il vuoto di potere dell’ex partito egemone locale. E’ seguita la solita colazione tra amici da Peppino della Barcarola: con un Matteoli evidentemente stanchissimo per i tanti impegni della campagna. Che finirà a Livorno lunedì 18 all’hotel Palazzo.

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Pubblicato il
6 Febbraio 2013

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