Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

La rivoluzione portuale di Lupi: otto Autorità in mano a managers

Tutte le altre saranno cooptate e alcune delle funzioni passeranno alle Regioni – Un consiglio di amministrazione di distretto al posto dei comitati – Autonomia finanziaria più ampia

ROMA – Questa volta non sono solo chiacchiere: ovvero, la sfida alla riforma dei porti è lanciata. E chi aveva pensato che l’intervento del ministro Maurizio Lupi all’assemblea di Assoporti a ottobre fosse poco più d’una battuta, si dovrà ricredere. Perché Lupi la “sua” riforma dei porti adesso l’ha messa per scritto e l’ha inviata ai presidenti delle commissioni Trasporti alla Camera ed al Senato per l’avvio dell’iter.
Sembra che Lupi sia deciso a bruciare i tempi, addirittura con un decreto legge. Ovviamente starà poi al parlamento, prima nelle commissioni e poi in aula, dare l’OK definitivo od affossare la riforma Lupi: e motivi del contendere ce ne saranno parecchi, perché rispetto alla bozza di “riformina” che faticosamente le commissioni parlamentari stanno portando avanti le proposte del ministro sono rivoluzionarie.
[hidepost]Si parte dalla concentrazione delle Autorità portuali – oggi per unanime riconoscimento troppe e motivate solo da esigenze partitiche di campanile – in otto distretti logistici: alto Tirreno, medio Tirreno, basso Tirreno, alto Adriatico, medio Adriatico, basso Adriatico-Ionio, Sicilia e Sardegna. Con un’unica Autorità per ogni distretto – e qui arriva il difficile – che deriverà dagli accorpamenti di quelle resistenti. Il ministro non ha indicato come avverranno questi accorpamenti (un caso per tutti, indicato anche da Il Soler-24 Ore: Livorno va con l’alto Tirreno, ovvero Savona, Genova e La Spezia o con il medio, cioè Carrara, Piombino e Civitavecchia?).
Dall’accorpamento e semplificazione le otto super-Authority assorbiranno funzioni e risorse umane mentre alcune funzioni saranno demandate alle Regioni. Le Autorità portuali diventeranno titolari dei piani di logistica di territorio e di distretto. Saranno cancellati i comitati portuali, sostituiti da una commissione consultiva ristretta. L’Autorità avrà maggiori poteri sia per il presidente che per un vero e proprio consiglio di amministrazione. Il demanio marittimo di distretto sarà gestito dall’Autorità portuale e non più (sembra di capire) anche dall’Autorità marittima. Saranno obbligatori “sportelli unici” di distretto per accelerare i tempi delle operazioni. Ci sarà anche un’autonomia finanziaria, ben oltre i limiti (ridicoli) dei 90 milioni annui stabiliti dall’ultimo ritocco alla 84/94.
E adesso, si scateni pure l’inferno. Perché sulla bozza Lupi stanno già sparando, da destra e sinistra – con poche eccezioni – a palle incatenate.
A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
22 Gennaio 2014

Potrebbe interessarti

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio