Brutto segno a Bruxelles sulle concessioni
BRUXELLES – Potrebbe essere la versione moderna della famosa invettiva sulla fine dell’impero romano: il popolo si scanna sulle corse delle bighe al circo mentre i barbari sono alle porte di Roma.
[hidepost]Così oggi: a Roma ci s’azzuffa sulla riforma dei porti – che peraltro non sembra nemmeno avere l’onore di qualche priorità – mentre a Bruxelles il parlamento europeo approva una direttiva che discrimina gli scali del Mediterraneo rispetto a quelli del Nord Europa imponendo sulle concessioni ai terminalisti delle gare-capestro che non valgono per i “nordisti”. O almeno, secondo l’interpretazione più possibilista, non chiarendo a sufficienza che cosa si vuole dai porti dove esiste – come da noi in Italia – il regime delle concessioni demaniali pluriennali.
Ne abbiamo già scritto di recente, su queste colonne, citando l’intervento allarmato di Assiterminal e del suo presidente Marco Conforti. Che aveva ragione, come conferma oggi – a voto di Bruxelles “consumato” il direttore generale della stessa associazione Luigi Robba. Non siamo ancora a direttiva varata, ma il primo passo al parlamento europeo la dice chiara su chi comanda in quel sito: i porti del Nord Europa, che non operano con le concessioni demaniali bensì con formule vicine all’affitto e quindi non saranno costretti alle gare che si impongono nel Mediterraneo. E così la protesta di Italia, Francia e Spagna è stata di fatto ignorata. Un segno tutt’altro che incoraggiante sul dove stia andando l’Europa della portualità.
A.F.
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