Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

“Riforma nascosta” della 84/94 nella nuova Legge di stabilità

Alessandro Cosimi, secondo molte voci candidato all’Autorità portuale di Livorno dopo Gallanti, interviene sulla modifica dell’art. 17 – Benefici e timori

Alessandro Cosimi

LIVORNO – “La riforma portuale all’italiana? Potrei dire che l’ha già fatta la legge di stabilità di Letta, con un semplice codicillo che modifica l’articolo 17 della 84/94. E pochi se ne sono accorti”.
Un giudizio netto e sotto molti aspetti tranchant che viene da Alessandro Cosimi, sindaco di Livorno in scadenza: ma per l’occasione nella sua veste di vicepresidente del comitato delle Regioni marittime a Bruxelles, oltre che relatore – sempre al parlamento europeo – degli indirizzi delle periferie marittime per la portualità.
Per Cosimi, l’elemento più significativo della “riforma nascosta” del governo Letta è quel semplice articolo 108 della legge di stabilità che alla fine mette gli art. 16 in concorrenza con gli art. 17 sull’erogazione del lavoro temporaneo sulle banchine.
[hidepost]Una modifica sotto certi aspetti surrettizia, perché introdotta in un contesto, quello della Legge di Stabilità, che c’entra poco con le problematiche portuali. C’è di più: le Autorità portuali possono mettere ulteriori tasse sulle merci (15-bis) a sostegno dei gruppi portuali in difficoltà.
Sulla nostra edizione del 22 gennaio, con un titolone a 3 colonne e il significativo occhiello (“Per aiutare i gruppi dei lavoratori portuali genovesi in crisi”?) avevamo evidenziato il blitz nella Legge di Stabilità, riportando per intero l’art. 108 della stessa legge con le suddette modifiche. L’odierno intervento del sindaco Cosimi è un importante segnale su quanto poco il mondo portuale sia consapevole delle cento trappole legislative con cui si opera a Roma e non solo.
Cosimi è un importante esponente del sistema delle regioni marittime, viene definito un “renziano” per essere favorevole a un radicale cambio di marcia della politica nazionale sull’economia, da molti è considerato – anche se lui smentisce, con moderazione – il più autorevole candidato locale alla successione di Giuliano Gallanti quando tra poco più di un anno scadrà il suo mandato alla presidenza dell’Autorità portuale livornese. Certo è che da almeno un paio d’anni il sindaco labronico segue con attenzione ed assiduità le problematiche della portualità sia locale che nazionale ed europea. E se non si può dire che il suo Comune sia un fulmine di guerra sulle procedure per la pianificazione del porto e del suo waterfront – i funzionari dell’Autorità portuale spesso mugugnano, a torto o a ragione, per le lentezze degli uffici del Municipio – certo è che i suoi interventi sono generalmente centrati e puntuali. Come quello di recente al LEM, alla presentazione del libro del professor Bologna sul gigantismo navale, in cui Cosimi ha detto senza peli sulla lingua che c’è un inaccettabile “scollamento” tra la politica centrale e le esigenze reali delle periferie portuali. Una voce che, anche in questa occasione della riforma “nascosta” nella legge di stabilità, sembra però predicare nel deserto.
A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
5 Febbraio 2014

Potrebbe interessarti

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio