Il pasticciaccio dei siti SIN di Livorno chiarito l’arcano dei ritardi, si riparte?
Dichiarazioni incrociate del ministero dell’Ambiente, della Regione Toscana e dell’Autorità portuale per scoprire che c’è una pratica “privata” a bloccare l’iter – La nota dell’assessore regionale Bramerini
LIVORNO – Sembra davvero il solito pasticcio all’italiana, quello che si sta scoprendo sulla mancata decretazione del passaggio dei siti SIN (siti di interesse nazionale) a siti SIR (di interesse regionale).
Nei giorni scorsi, sulla base dell’ennesima sollecitazione da parte dei settori operativi del porto, sul giornale La Nazione è uscito un servizio che chiamava in causa il ministero dell’Ambiente, la Regione Toscana e indirettamente l’Autorità portuale per i mesi di ritardi sull’operazione, da tutti considerata urgente perché condiziona anche i dragaggi in porto.
Immediate le risposte, tutte ufficiali e tutte per scaricarsi dalle responsabilità del pasticcio. L’Ambiente (direttore generale Pernice) non ci sta a prendersi.
[hidepost]telegraficamente il ministero sottolinea: “E’ necessario precisare che il ritardo non è attribuibile al ministero, che più volte ha sollecitato l’integrazione della documentazione necessaria al corretto completamento dell’iter per i decreti relativi alle aree interessate al passaggio da SIN a SIR”.
E’ stato fatto notare come il ministero non indichi chi dovrebbe inviare i documenti integrativi e non l’ha ancora fatto. L’ha invece chiarito l’Autorità portuale, che attivatasi sulla segnalazione delle categorie, ha “scoperto” che il ministero “aspetta l’integrazione della documentazione richiesta” non dalle istituzioni – cioè dalla stessa Port Authority o dalla Regione Toscana – bensì “nell’ambito di una singola pratica presentata da un soggetto privato e che il ministero ritiene di dover evadere prima di dare corso al passaggio delle aree portuali alle competenze regionali”.
In sostanza, come pasticcio non è niente male. Sembra che la Port Authority livornese si sia subito attivata con il ministero per by-passare questo imprevisto stop e rimettere in moto la pratica stessa.
Sul problema era stata chiamata in causa anche la Regione Toscana, che prontamente ha rinviato la palla al mittente.
L’assessore regionale all’Ambiente Anna Rita Bramerini, sottolinea infatti, in una piccata nota, come la norma sia chiara e “laddove il decreto ministeriale è uscito, come è avvenuto per il Sin di Massa Carrara, la Regione ha subito preso in mano i procedimenti e per quanto possibile velocizzato le procedure, tanto che sono già stati emanati cinque decreti dirigenziali con i quali si liberano le aree produttive”. L’assessore ricorda che per i siti livornesi nell’estate scorsa “l’azione combinata tra Regione Toscana, enti locali e Autorità del porto ha consentito di ottenere dal ministero dell’Ambiente la chiusura del procedimento con una distinzione chiara e condivisa tra SIN e SIR. Si è poi nuovamente intervenuti per risolvere il problema dello Scolmatore, trasferendolo alla competenza regionale. Ma il decreto non è stato firmato e l’avvicendamento dei due ministri ha rallentato ulteriormente le procedure”.
“Stiamo sollecitando il ministero – conclude l’assessore Bramerini – anche con il sottosegretario all’ambiente onorevole Silvia Velo, cui abbiamo fatto presente la situazione, per chiudere definitivamente la partita del SIN di Livorno al fine di applicare anche a quelle aree le procedure che abbiamo già messo a punto per Massa Carrara e che stiamo sperimentando. Non siamo abituati a fare proclami – conclude l’assessore regionale – ma posso assicurare, come sempre ribadito, che pur dovendo seguire procedure ordinarie faremo il possibile per accogliere le istanze del territorio e valutare i progetti che ci verranno presentati introducendo elementi di semplificazione laddove possibile. Non appena il decreto sarà firmato e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ci metteremo a lavorare anche per Livorno come per Massa Carrara, in modo da restituire le aree del territorio ai loro usi legittimi”.
Fin qui le dichiarazioni incrociate. Adesso, chiarito l’arcano (o se preferite il pasticcio) si attendono i fatti. Sperando che non occorrano altri mesi.
A.F.
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