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I commissari e la “spending” di Cascetta

ROMA – Con un titolo choc, qualche giorno fa il quotidiano di Confindustria Il Sole-24 Ore riportando il parere di non identificate “fonti governative” ha scritto testualmente che “i commissari fanno bene ai porti”.
[hidepost]Premettendo anche che su 25 Autorità portuali in Italia ormai 16 sono commissariate, l’articolo sosteneva in sostanza che i commissari, a differenza dei presidenti, hanno un “filo diretto con il MIT”, cioè il ministero che li ha nominati e possono portare avanti programmi di finanziamenti che erano fermi o quasi da anni.
Possiamo dirlo? La tesi è quantomeno singolare. Perché se fa capire dove va a parare, cioè alla “rivoluzione” della riforma che nominerà i presidenti delle Authority superstiti direttamente dal ministero senza interferenze localistiche, potrebbe anche aprire all’interrogativo su quanto i commissari stiano in realtà facendo per l’applicazione dei piani di razionalizzazione della logistica. Discorso complicato? Facciamolo più chiaro: nello stesso resoconto, il quotidiano cita che parecchi dei porti commissariati stanno allegramente ricevendo finanziamenti dello Stato che invece dovrebbero passare sotto la preventiva verifica della “Struttura di missione dell’ingegner Cascetta” creata dal governo proprio per una spending review (legge 164/2014) sui porti e reti logistiche.
Anche su queste colonne abbiamo riportato dei fondi assegnati ad Augusta, a Gioia Tauro, a Taranto, a Napoli, a Brindisi: tutti interventi utili, probabilmente, molti dei quali anche a sostegno di problematiche sociali pesantissime. Però che ne è della programmazione Cascetta? E quale sarà il discrimine temporale entro il quale finiranno queste elargizioni a pioggia per far scattare davvero la spending review della “Struttura di missione”?
Piccoli interrogativi in una realtà in cui lo stesso ministro continua a promettere che entro due mesi avremo la riforma. Salvo poi far capire che i commissariamenti devono durare almeno 6 mesi perché dall’emanazione della riforma al suo calare sull’operatività (decreti, dibattuti in aula, resistenze localistiche, eccetera) passeranno ben altri tempi.
Antonio Fulvi

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Pubblicato il
28 Novembre 2015

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