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Dal vertice Espo sul regolamento servizi portuali

Giuliano Gallanti

ROMA – E’ toccato all’Italia, proprio a Roma, di parlare del regolamento europeo sull’accesso al mercato dei servizi portuali e sulla trasparenza finanziaria dei porti. Come abbiamo riferito nel numero scorso de La Gazzetta Marittima, un importante passo avanti è stato fatto nel riconoscere la legittimità della regolamentazione italiana del pilotaggio e dell’ormeggio, considerati per motivi di sicurezza fuori dalle regole della concorrenza aperta. Nel giorno in cui la Commissione, il Parlamento e il Consiglio dell’Ue hanno raggiunto l’accordo su un testo condiviso che verosimilmente verrà adottato verso la fine del 2016, il comitato esecutivo dell’Organizzazione Europea dei Porti (Espo) si è infatti riunito nella capitale italiana per parlare degli effetti che l’applicazione diretta di un atto di diritto comunitario avrà su ogni Paese membro.
[hidepost]Nel quartier generale di Assoporti – riferisce una nota ufficiale – i vertici della European Sea Ports Organisation hanno analizzato i punti principali del nuovo “pacchetto porti”, che istituisce un quadro normativo per l’accesso al mercato dei servizi portuali; stabilisce requisiti minimi sia relativamente alla qualificazione professionale del personale, sia alle attrezzature necessarie per operare in sicurezza; stabilisce principi per rendere trasparenti le relazioni finanziarie fra autorità pubbliche, autorità portuali e prestatori di servizi portuali, prevedendo la fissazione autonoma dei diritti per l’utilizzo delle infrastrutture portuali.
Al centro della discussione, avviata nella sede dell’Associazione dei porti Italiani, c’è stato l’atteggiamento ritenuto “ondivago” del legislatore europeo: che se da una parte assegna ai singoli porti la sola facoltà di stabilire i diritti per l’utilizzo delle infrastrutture portuali sulla base delle proprie strategie commerciali e di investimento, dall’altra richiama al rispetto delle regole della concorrenza. L’impianto del regolamento – questo il succo del ragionamento – ha una vocazione naturale verso la piena trasparenza e autonomia dei porti europei i quali, per competere a pieno titolo nel libero mercato, non possono essere soggetti a regole differenti sulla base del quadro di riferimento nazionale.
Dopo aver più volte sottolineato l’importanza dell’autonomia gestionale e finanziaria dei porti, i rappresentanti delle Autorità Portuali dell’Ue hanno valutato alcune proposte di studi: uno sul potenziale dei porti marittimi e delle vie di acqua interne, e uno relativo al trasporto marittimo, che sarà presentato nel mese di settembre. Infine, è stata valutata, e rinviata ad un prossimo confronto a Bruxelles, la richiesta di adesione ad Espo quale membro osservatore di alcuni porti adiacenti all’Unione.
“È stato un importante momento di confronto – ha detto il commissario dell’Autorità Portuale di Livorno, Giuliano Gallanti, che per conto di Assoporti rappresenta le istanze dei porti nazionali in sede europea – in quanto l’Espo è tornata a riunirsi in Italia dopo una lunga assenza. Al centro della discussione c’è stato il regolamento sull’accesso ai servizi portuali approvato da Commissione e Consiglio e per il cui perfezionamento manca solo l’ulteriore passaggio in Parlamento. Credo sia urgente e necessario – ha concluso Gallanti – aprire un dibattito interno visto che, essendo immediatamente esecutivo, il regolamento andrà ad impattare direttamente sulla portualità italiana”.

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Pubblicato il
6 Luglio 2016

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