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Nomine nelle Authority a rate? Ok ai nomi da Delrio in Giappone

La comunicazione attesa in queste ore dopo gli accordi con i presidenti delle Regioni – I passaggi di consegna e i tempi dei relativi “rodaggi”

Graziano Delrio

ROMA – Il traguardo era stato indicato per l’apertura del G-7 dei ministri del trasporti a Karuizawa Giappone – ieri – ma più probabilmente potrebbe essere per il rientro, ovvero giovedì prossimo. Due date che secondo gli ambienti ministeriali faranno sollevare dal ministro Delrio – che sta discutendo a Karuizawa su “sviluppo di nuove infrastrutture di trasporto e rinnovo delle esistenti” – i veli su almeno una parte delle nuove nomine per la “governance” delle Autorità di sistema portuale.
Hanno tutti fretta ormai, perché da mesi le Autorità portuali, in attesa della riforma, marciano a ritmo di ordinaria amministrazione. Con chi si sente in procinto del varo abbastanza restìo a impegnarsi sui grandi temi (che ci sono, ed urgono); e chi spera nella nomina sta zitto, buono e defilato per non rischiare qualche passo falso.
[hidepost]A quello che si sussurra negli ambienti ministeriali, Graziano Delrio ha con se in tasca in Giappone l’elenco di almeno una mezza dozzina di presidenti già scelti, sui quali è stato anche raggiunto l’accordo con i presidenti delle Regioni interessate. Per gli altri, il brodo s’allunga perché ci sono le richieste delle Regioni che hanno optato per il rinvio degli accorpamenti dei loro porti fino a 36 mesi. Non è detto che il ministro accetterà tutte le richieste: ma scaduti la settimana scorsa i termini concessi alle Regioni per chiedere i rinvii, sembra che ci siano ancora trattative (di partito e di lobby) in corso. Morale: le nomine per la “governance” arrivano in (almeno) due rate: una in queste ore, l’altra quando saranno ufficializzati gli accordi (o le rotture) con le Regioni che vogliono andare per le lunghe. Poi si dovranno concordare i tempi dei passaggi delle consegne, che difficilmente però saranno immediati, malgrado la legge di riforma, con i decreti Madia e Delrio, sia di fatto già in vigore. Ci sarà dunque un periodo di “rodaggio” delle nuove strutture, ancora da definire (forse anche caso per caso).
I critici dicono che come sempre le promesse di tempi rapidi per le nomine non sono state mantenute, in particolare per la bagarre dei vari potentati partitici. Chi difende Delrio ribatte che con il parlamento che ha riaperto solo due settimane fa, le Regioni anch’esse a ritmo estivo, le commissioni parlamentari da rintracciare eccetera, tutto sommato sarebbe stato difficile fare meglio. Ai posteri – come diceva quel tale – l’ardua sentenza.
A.F.

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Pubblicato il
24 Settembre 2016

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