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Giga-fullcontainers, quale futuro?

PARIGI – Loro, i francesi di CMA-CGM, lo rivendicano con il consueto orgoglio: la portacontenitori più grande del mondo è attualmente francese, la “Antoine Saint’Exupery” che naviga da pochi mesi sulle rotte del Far East. È lunga (vedi la scheda ufficiale) 400 metri, larga 59 metri e porta ufficialmente “oltre 20 mila contenitori”. Ufficialmente significa che un pò tutte le compagnie sono restie a dichiarare la portata reale in Teu e giocano magari sui decimali. Di sicuro la colossale costruzione se non è la più grande come portata è comunque nel club delle prime quattro o cinque. Da maggio il record della nave francese è conteso da un altro colosso, la cinese “Virgo” di COSCO, che vanta gli stessi 400 metri di lunghezza ma 60 metri di larghezza massima. Portata? Anche qui, “ufficialmente”, oltre 20 mila Teu. Il pescaggio dichiarato delle due colossali navi è grossomodo lo stesso: intorno ai 16 metri, il che le esclude da buona parte dei porti e pressoché da tutti quelli del Mediterraneo. La “Saint’Exupery” tuttavia è transitata più volte anche dal canale di Suez ed ha attraccato ai porti francesi, ma non al massimo del carico.

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Hanno un senso dunque questi mastodonti del mare? A giudicare dagli ordini, sembrerebbe di sì, anche se buona parte delle costruzioni sono state firmate con i cantieri quando ancora l’attuale crisi dei noli non esisteva. Nel 2017 ne sono scese in acqua parecchie, da quelle di Maersk alla “Sveva” di MSC (396×59 metri), per non citarne che alcune. La corsa al gigantismo però sta creando non solo difficoltà ai porti, ma anche alle catene logistiche perché dover movimentare al più presto quantitativi enormi di Teu comporta anche reti stradali e ferroviarie che ad oggi fanno parte di pochi patrimoni portuali. Se poi queste grandi piattaforme devono viaggiare a metà carico o anche a meno, il loro utilizzo sembra essere del tutto diseconomico. Insomma, qualcuno ipotizza che, come successe alle giga-petroliere degli anni ’80, per le giga-fullcontainers il futuro sia abbastanza incerto. O almeno, sia come la bella ma improbabile favola del “Piccolo principe” che ha reso celebre nel mondo il poeta e aviatore francese Antoine Saint’Exupery.

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Pubblicato il
22 Dicembre 2018
Ultima modifica
3 Gennaio 2019 - ora: 18:48

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