Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Scuola guida e brevetto di volo

Nella foto: Federico Di Napoli con uno dei suoi droni.

LIVORNO – Da micidiali armi aeree “unmanned” a inoffensivi giocattoli per bambini tecnologici, i droni sono ormai diventati adulti anche nel settore civile. Li usano le istituzioni per mappare il territorio, le forze dell’ordine per i controlli, i cantieri per le vedute d’insieme o di dettaglio: e tra poco ci saranno droni-fattorini per la consegna di medicine o addirittura di pacchi. È un mondo che si evolve ogni giorno e che da poco è stato anche disciplinato, con la necessità per chi opera con questi micro-elicotteri di avere un brevetto e un’autorizzazione Enac. E chi ha più esperienza in campo, come la “Drone Activity” di Livorno, si pone oggi anche come istruttore proprio per il conseguimento delle autorizzazioni.

Federico Di Napoli, il giovane che con Lorenzo Tampucci ha creato la piccola e dinamica azienda, ha le idee chiare. “Sulla base di un’esperienza che è ormai di svariati anni – dichiara – e grazie anche alla collaborazione con altre giovani imprese livornesi di documentazione cinematografica e fotografica come la Scovavento, che ha operato anche per la Protezione civile in Italia e all’estero, siamo stati in grado di aprire veri e propri corsi di formazione per ottenere i brevetti di volo dell’Enac”.

[hidepost]

Come funzionano i corsi? Si comincia con il brevetto basico, il VLML, per il quale deve essere raggiunto un numero basico di iscritti. Occorre presentarsi con un certificato medico che attesta l’idoneità. Quindi partono le lezioni, sia teoriche che pratiche, con droni di crescente complessità forniti dalla stessa società. Un test di guida finale chiude il cerchio: tutta la documentazione relativa all’allievo viene inviata all’Enac, che risponde con il rilascio del brevetto.

La scuola dei due giovani livornesi risponde a tutte le richieste di servizi in ogni parte d’Italia. E si sta arricchendo anche di altre iniziative. “Abbiamo da poco lanciato una App che sta riscuotendo molto interesse – dice Di Napoli – che  mappa tutti gli spazi aerei nazionali evidenziando le aree dove esistono limiti di volo come gli aeroporti, le zone militari, i parchi. Grazie a questa applicazione è possibile in pochi istanti vedere che cosa si può fare con un drone su tutti i cieli d’Italia, con la segnalazione sempre aggiornata delle “no fly zone”. L’aggiornamento dell’App è fondamentale e viene fatto giornalmente. Ma l’impegno della “Drone Activity” è anche per far capire agli appassionati che l’utilizzo di un drone deve rispondere oggi a determinate regole e non si deve considerare un divertimento fine a se stesso alla pirata. “L’approccio consapevole” insomma è fondamentale: per tutelare gli altri ma anche se stessi.

[/hidepost]

Pubblicato il
23 Gennaio 2019

Potrebbe interessarti

Rigassificatori e logica

Prendiamola larga per un attimo: da Eraclito a Zenone, fino ad Aristotele, la logica è quella dottrina che chiarisce i meccanismi consequenziali. Se mi avete seguito nello sproloquio, converrete con me che il recente...

Leggi ancora

Quando il saggio saggia

Ci sono a volte, nel comportamento delle persone, scelte difficili da fare: ma una volta fatte, non è difficile spiegarle. È il caso, per la nostra realtà livornese, delle dimissioni del maritime consultant Angelo...

Leggi ancora

Avanti adagio, quasi indietro

Potremmo dire, parafrasando Guido Gozzano, che tra gli infiniti problemi che riguardano il nostro mondo attuale, tra guerre e genocidi, ci sono anche le “piccole cose di pessimo gusto”. Tra queste c’è l’incredibile vicenda...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Se Berta ‘un si marìta…

…“E se domani…” diceva un antico refrain musicale. Riprendo le valide considerazioni del nostro direttore sulla sorprendente impasse di alcune nomine presidenziali nelle Autorità di Sistema Portuale soffermandomi su Livorno: Gariglio è stato tra...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Per difendere la pace…

Guerra e pace, più guerra che pace: sembra l’amara, eterna storia dell’uomo. Così, per preservare la pace, sembra proprio che non ci siano che le armi: si vis pacem, para bellum, dicevano nell’antica Roma....

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora
Quaderni
Archivio