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L’incontro di Confetra con Rixi

Nella foto (da sx): Nereo Marcucci e Edoardo Rixi.

ROMA – Confetra ha incontrato anche il vice ministro Edoardo Rixi, nel suo giro d’orizzonte con il governo. Al centro del colloquio – informa la confederazione – le ipotesi di riforma delle AdSP. Il presidente Nereo Marcucci ha ribadito la posizione della Confederazione affinché la governance del sistema portuale resti solidamente incardinata nell’ambito della pubblica amministrazione centrale dello Stato. Ma occorre anche rilanciare il coordinamento nazionale in capo al ministero dell’intero settore della portualità – ha ribadito Marcucci – ridando incisività  ed efficacia alla Conferenza Nazionale delle AdSP, affinché si continui a procedere nella strategia di razionalizzazione centrale degli investimenti e delle azioni di semplificazione normativa e regolamentare che rappresentano, ad oggi, forse l’elemento di maggior gap competitivo per la portualità nazionale.

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Marcucci ha inoltre espresso il sostegno della Confederazione al governo e ad Assoporti in ambito di negoziato con la UE per la non assoggettabilità degli scali al regime fiscale privatistico che equiparerebbe, anche per l’Italia, il Regolatore pubblico alle imprese private di mercato che generano profitto. Parte del confronto è stato inoltre dedicato a fare il punto sullo stato di attuazione del DL Genova, con particolare riguardo alle misure in esso contenute e volte a sostenere il traffico ferroviario dello scalo, e le connessioni tra questi ed i principali inland terminal del nord ovest.

Confetra ha chiesto infine con forza che, anche dopo il 2019, il “pacchetto” di misure a supporto dello shift modale – ferrobonus, sconto pedaggio, marebonus – venga prorogato. Accanto alla piena attuazione del Contratto di Programma RFI, per la parte investimenti, che rappresenta la gamba infrastrutturale delle politiche per il rilancio del Cargo Ferroviario delle merci.

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La nota di Confetra non aggiunge niente, purtroppo, a quanto si sente chiedere ormai da tempo al governo e in particolare al MIT. Dal quale invece sembrano arrivare solo risposte interlocutorie sui temi centrali, spesso nemmeno in sintonia tra i vertici dello stesso ministero. Si parla molto di campagna elettorale in cui le due componenti del governo si confrontano e si scontrano. Il problema è che a quasi un anno dall’insediamento del nuovo timoniere, la barca del MIT continua ad andare sempre più stancamente sulla rotta che tutti le contestano. Niente cambiamenti nella governance delle varie AdSP, niente vero ingresso nella filosofia del “sistema dei sistemi”, niente ruolo determinato e specialmente determinante di un’Assoporti che perde pezzi, niente incontri ciclici e ravvicinati con l’associazione dei presidenti dei porti. E via andando. Insomma, ci piacerebbero risposte. Ma non a parole, a fatti. Chiediamo troppo?

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Pubblicato il
16 Febbraio 2019

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