Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

OK Confetra alla riforma Codice stradale

Nella foto: Nereo Marcucci

ROMA – Piena soddisfazione di Confetra (Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica) per l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri di una proposta di legge delega per la riforma del Codice della Strada.

“Per intervenire su un Codice come quello italiano non si può procedere con singole modifiche ma occorre elaborare una legge delega che disegni criteri e principi per una profonda rivisitazione di norme che si sono stratificate in decine di anni”. Il presidente confederale Nereo Marcucci lo aveva sottolineato in occasione dell’audizione del 19 febbraio scorso in Commissione Trasporti della Camera dei Deputati dove giacciono oggi ben 16 proposte di modifica al Codice.

[hidepost]

“Tutto il codice, che è del 1992, risulta oggi stratificato – osserva Confetra – perché negli anni ci sono state solo modifiche e mai una vera riforma, parecchi tentativi tutti falliti. Esempio di stratificazione è il regime sanzionatorio, estremamente vasto e cavilloso”. In questi anni la mobilità di merci e passeggeri è cambiata parecchio e Confetra “ritiene che nel momento in cui si mette mano al Codice occorrerebbe anche avere l’occhio al futuro occupandosi di guida autonoma col platoonig, smart road, smart city”. La visione complessiva chiesta da Confetra riguarda anche le modifiche alla disciplina dei trasporti eccezionali e dei tempi di guida e di riposo.

“Con l’approvazione di una proposta di legge delega è stata così accolta la nostra istanza: condividiamo i criteri e i principi di riforma delineati nella legge delega e dichiariamo fin da ora la piena disponibilità a collaborare con il Ministero Infrastrutture e Trasporti e gli altri dicasteri interessati per l’elaborazione del nuovo testo. È importante instaurare il dialogo con le associazioni del settore affinché su una materia complessa e sensibile anche ai fini sociali come quella della circolazione stradale ci possa essere il giusto contributo degli operatori che garantiscono la mobilità delle merci” conclude Marcucci.

[/hidepost]

Pubblicato il
6 Marzo 2019

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio