Una targa per la partenza di San Francesco in Terra Santa

Nella foto: Il momento della benedizione alla targa sulla banchina San Francesco.
ANCONA – Un segno celebrativo per ricordare gli ottocento anni della partenza di San Francesco dal porto di Ancona per la Terra Santa. È la lastra celebrativa inaugurata alla banchina San Francesco, dedicata al santo Patrono d’Italia durante la Festa del mare, alla presenza di monsignor Angelo Spina, arcivescovo della Diocesi metropolitana Ancona-Osimo, del presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, Rodolfo Giampieri, e del contrammiraglio Enrico Moretti, comandante del porto di Ancona, e delle autorità civili e militari.
Il disegno è ispirato da un’idea artistica di monsignor Spina. L’immagine rappresenta San Francesco a bordo di un’imbarcazione che parte da Ancona, porta d’Oriente e via della pace. Lancia una colomba come simbolo di pace e di incontro con l’altro e con la natura. Una rappresentazione che è anche un invito all’apertura ad un’umanità di pace.
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La lastra è in bronzo, ha una dimensione di 2 metri per 1,5 metri ed è stata realizzata dalla Fonderia Marinelli di Agnone (Isernia), fra le più antiche al mondo e specializzata nella costruzione di campane. Il bozzetto per la realizzazione dell’opera era stato presentato il 4 ottobre, giorno di San Francesco, a bordo della nave scuola Amerigo Vespucci durante la permanenza al Porto Antico.
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È un omaggio della comunità portuale al Natale e al mare, al rapporto vitale che ogni giorno trova fondamenta nel lavoro che nasce da esso e al suo spirito di accoglienza e di solidarietà. Il Presepe del porto, allestito alla Portella Panunzi dall’associazione Stella Maris, è stato presentato nei giorni scorsi alla città e si potrà visitare fino al 6 gennaio 2020.
Con la “Sacra Famiglia”, sono gli elementi del mare i protagonisti di questo Presepe: una barca, una lancia del 1925, la “7° Cavalleria”, le reti da pesca, le nasse, i reperti di antica manifattura, messi a disposizione dal Comitato Museo del mare, i tronchi d’albero trasportati dalle onde e recuperati dalle persone, elementi che simboleggiano il legame fra il porto, il lavoro, la sua storia e la vita di tutti coloro che vi operano o vi passano.
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