Io credo ch’eri credette…
LIVORNO – Dai dai, siamo a luglio. Sei mesi dal 2021 già trascorsi, forse in uscita (speriamo) dalla pandemia, forse verso quella seconda metà dell’anno che ci è stata promessa per la ripartenza. Per la “remontada” come diceva giorni fa, con un filo d’ironia, l’agente marittimo livornese Enrico Bonistalli. Me lo diceva, l’amico Bonistalli, forse per darmi un supplemento di carica sul futuro prossimo.
Io credo ch’eri credette ch’io credessi (copyright di Dante Alighieri, lo ammetto) in una seconda metà dell’anno con gli stessi problemi della prima. Sbagliato: i problemi ci saranno, ma diversi. Proviamo a ipotizzarli, andando a ruota libera.
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Intanto vi spiego la vignetta: con il pover’uomo che cerca di districarsi da un groviglio di nodi. Torna a proposito per le piccole cose di pessimo gusto (copyright di Gozzano, ci sono ricascato) di casa nostra. Per esempio: l’infinito processo ai vertici dell’AdSP (Corsini, Provinciali, Parodi) e agli imprenditori dei gruppi Neri e Grimaldi
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sulla dibattuta questione delle concessioni demaniali temporanee. C’è stato un illecito, non c’è stato? Da quasi 4 anni i signori magistrati starebbero cercando di dipanare la matassa: un tempo enorme per le leggi di mercato, un tempo vergognosamente lungo per gli inquisiti, un tempo che la dice lunga su come si possa fare impresa nei porti (e non solo) senza una certezza del diritto e senza che i fulmini di Zeus colpiscano a breve e non – se colpiranno – a babbo morto, come si dice in Toscana.
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Non è solo per un problema di giustizia che avremmo sperato in tempi ragionevoli per le leggi di mercato. Il Limbo alimenta sospetti, dicerie, timori. Ancora per esempio: la famosa discesa di Grimaldi a Piombino, prima annunciata e poi “congelata” con generale sorpresa, sarà forse una conseguenza dell’incertezza che regna sulla concessione a Grimaldi negli accosti “temporanei” di Livorno? Della serie: se i magistrati daranno torto all’AdSP e a noi armamento, ce ne andremo a Piombino, costi quel che costi. Ma quando accidenti arriverà la sentenza? A babbo morto?
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A Piombino siamo in momenti di frustrazione. Indipendentemente da Grimaldi, ci sono una mezza dozzina di progetti, da tempo annunciati e su alcuni dei quali si sta lavorando da due anni, che però sembrano andare con il freno a mano tirato. San Giorgio del Porto e Neri hanno investito nelle aree per ristrutturazioni, demolizioni e costruzioni, ma al momento hanno raccolto briciole (gli sponson della Costa); l’operazione sbarco auto nuove latita; il marina è un bel rendering e basta; la famosa, famigerata, stramaledetta direttissima stradale tra porto e superstrada avanza al passo di tartaruga. Peggio ancora della modernizzazione dell’Aurelia, altro scandalo che risale alla preistoria. Sappiamo che unica cosa attiva e quasi quotidiana è il calendario delle riunioni per cercare di andare avanti. Mi dice il bravo Capuano di perseverare. Io credo ch’eri credette ch’io credessi in una colossale sconfitta per la Piombino del futuro. Non è così. Ma…
Antonio Fulvi
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